Una quindicina di giorni fa l’ultimo incontro. Ed ecco completato il programma dell’anno sul vangelo di Matteo. La partenza era stata sprint, perché rimanevano da recuperare ancora sei incontri dell’anno precedente, stoppati dalla pandemia.
Pierpaolo Babetto guida un gruppo d’ascolto a Oriago: l’unico della parrocchia che è andato avanti fino alla fine. Per riuscirci ha rinunciato alla presenza e ha traslocato su zoom. «Ad agosto ero al lago di Molveno. Mi arrovellavo su come e cosa fare quest’anno. Mia moglie mi ha dato l’ispirazione: Perché non fare come per la didattica a distanza?».
Lei insegna inglese. Lui, 53 anni, musica in una scuola media; dal 2009 è nell’avventura dei gruppi d’ascolto: «L’idea mi è parsa buona (pensando ai partecipanti, non me la sentivo di continuare a trovarci in casa, né di spostarci in patronato) e l’ho condivisa con la nostra coordinatrice, che mi ha incoraggiato a provarci».
Così a settembre sono partiti subito forte, recuperando in tre settimane il “debito”, con due icone bibliche, anziché una, a settimana. Altri due gruppi erano partiti, cominciando a trovarsi in parrocchia, ma si sono fermati appena hanno cominciato a risalire i contagi. Poi finalmente incontri più distesi e regolari, sempre di martedì.
Sono quasi tutte coppie, sui 60-65 anni. Non un’età così avanzata da rendere difficile poco proponibile il sistema delle videoconferenze. L’esperienza della pandemia naturalmente è entrata in modo forte nelle condivisioni, quando la Parola di Dio viene calata nella vita concreta di ciascuno.
La fatica del collegarsi a distanza c’è stata naturalmente; con il disagio di essere interrotti automaticamente dopo 40 minuti (durata massima del servizio, nella forma gratuita) e la necessità di riattivare la connessione.
«Comunque il ritrovarci ogni una o due settimane ci ha fatti sentire uniti. Dopo il Padre Nostro e le preghiere iniziali, leggevamo il salmo, un versetto a testa. Questo modo di essere coinvolti ci dava speranza. Devo dire che nel ricollegarci la seconda volta, dopo l’interruzione dei 40 minuti – l’incontro non durava più di un’ora e un quarto – ci ritrovavamo più sciolti, per affrontare la parte della condivisione».
Eccezionalmente, l’altra settimana, ha accolto l’invito a collegarsi con il gruppo anche il parroco, don Cristiano Bobbo.
A conclusione di quest’anno, dunque, rimane la soddisfazione per aver sfruttato un’occasione, nonostante varie difficoltà, non ultima l’aver dovuto preparare gli incontri da solo. La speranza è di tornare presto a una relativa normalità. Se la stagione d’oro dei gruppi d’ascolto è alle spalle, la voglia, in chi li ha frequentati ad Oriago, di ridare vita a questa esperienza non annega nella sterile nostalgia, ma si è fatta scelta concreta con il sostegno di un’adozione a distanza.
Giovanni Carnio