Serve un furgoncino-frigo per completare il salto di qualità. È l’appello di chi opera per il Centro San Martino di Mira, l’emporio della solidarietà che sta per nascere nel patronato di San Marco Evangelista.
L’11 novembre, giorno in cui si fa memoria del santo che divise il suo mantello con il povero, ci sarà l’inaugurazione. A partire dalle 15.30, con la preghiera dei Vespri, si darà il via a questo notevole salto di qualità, appunto, per la carità nel territorio.
Nei locali del patronato sono stati approntati i locali: ci sono due sale, di 65 metri quadrati l’una, destinate alla raccolta e alla distribuzione di generi alimentari e di capi di abbigliamento. Il Centro San Martino sarà dotato anche di un centro d’ascolto e di una sala riunioni.
L’iniziativa è della Caritas vicariale, sostenuta dalle parrocchie del vicariato di Gambarare, ed è stata possibile grazie alla creazione dell’associazione Ponte solidale onlus, necessaria per espletare le procedure e tenere il rapporto con le istituzioni.
Gli utenti saranno i poveri del territorio, quelli che già adesso bussano alle porte delle varie comunità; dall’11 novembre in poi troveranno un unico centro, attrezzato e con persone dedicate.
Tutti gli utenti saranno dotati di una tessera a punti, dotata di un numero di punti proporzionale al reddito personale o familiare e al numero di componenti della famiglia.
La novità, rispetto a quanto accaduto fino ad oggi, che ogni persona potrà scegliere i generi alimentari o gli abiti che vorrà scalandone il valore, in punti, dalla propria tessera. Finora, invece, chi chiedeva un aiuto portava a casa un sacchetto già riempito di cibo, senza poter scegliere.
La nuova formula ha l’obiettivo di sensibilizzare e responsabilizzare i richiedenti, anche per evitare sprechi. Non è previsto l’uso di denaro.
Il passo da compiere per completare al meglio il Centro San Martino è quello, appunto, di dotarsi di un furgone attrezzato per il trasporto di generi alimentari freschi: «Ci sarebbe molto utile – sottolinea Fabio Schirru, coordinatore del Centro San Martino – perché ci permetterebbe un grande salto di qualità. Oltre ai generi a lunga scadenza e all’ortofrutta, infatti, potremmo chiedere ai supermercati e ai negozi le eccedenze di cibo fresco. Per esempio i latticini, il pane, la pizza, la pasticceria, forse perfino la carne e i prodotti di gastronomia…». Serve, insomma, un benefattore che voglia legare il suo nome, con una donazione, alla piena riuscita del Centro San Martino di Mira.
Giorgio Malavasi