Spazi dimezzati, ma la sagra del Redentore si farà. A confermarlo è Adriano Marinello, uno degli organizzatori storici dell’evento.
«A Malcontenta è una tradizione di lunga data, apprezzata anche fuori dei confini strettamente paesani». A portare il nome che dà occasione all’evento non è la parrocchia, l’abbazia di Sant’Ilario, ma il vicino oratorio del Ss. Redentore appunto, dove fino al XIX secolo aveva luogo il culto religioso.
Con l’emergenza sanitaria è stato necessario approntare delle modifiche al programma, depennando quelle proposte che non sono, o sembrano, normativamente fattibili. Alcune hanno preso forma nuova: è il caso della pesca di beneficenza, sostituita dalla lotteria, con estrazione mercoledì 22, a sagra conclusa.
La manifestazione si svolgerà dunque per cinque serate, da venerdì 17 a martedì 21. Gli ingranaggi sono ben oliati e tutta la macchina – circa un centinaio le persone coinvolte nell’organizzazione – è in moto ormai da un mese per predisporre la logistica necessaria.
Certo, bisogna fare i conti con un dimezzamento dei posti, anche se lo spazio impegnato all’aperto è comunque aumentato. I giorni che ancora mancano all’appuntamento offrono comunque margini sufficienti per arrivare all’inaugurazione senza affanni. Non lo dice ma lo lascia capire il presidente dell’associazione culturale “gruppo la Malcontenta” Nerio Giraldo, in moto tra gli spazi già molto “attrezzati” dell’area parrocchiale. «È lui il vero motore di tutto l’apparato dei volontari», spiega Marinello.
In questo 2020 la differenza la fanno gli sponsor: ciò significa che non daranno il contributo degli anni scorsi. Una scelta quasi obbligata. Tuttavia l’autofinanziamento è sufficiente a conferire ugualmente uno spessore spettacolare all’intero evento. Un ingrediente, quello estetico, magari ridimensionato, ma imprescindibile.
«Il servizio gastronomico sarà attivo dalle 18.30, mentre l’animazione musicale fa capo ad Alessia Sacchetto. Niente balli, ma un ospite a serata proveniente da complessi specializzati nel liscio». Sabato 18 mercatino di manufatti realizzati da un gruppo di appassionati e martedì 21 si replica con oggetti d’antiquariato.
Efficienza sì, ma anche amicizia. Tutti i collaboratori si ritroveranno infatti il mercoledì sera, a bocce ferme, per una cena di fine sagra. Un’occasione per far festa e per scambiarsi impressioni e nuove idee per il futuro.
Giovanni Carnio