Valter, Renato e Roberto sono tornati ad occupare il parcheggio sotterraneo di piazzetta Gallina, a Mira. Ma questo non vuol dire che siano tre persone senza dimora lasciate a se stesse. «Più volte è stata prospettato a queste persone un aiuto concreto mirato ad intraprendere un percorso di reinserimento sociale che prevedeva piccoli impegni, poi mai rispettati. Non si sono dimostrate collaborative, non presentandosi agli appuntamenti previsti e pretendendo solo di ottenere un alloggio pubblico, pur non avendo i requisiti necessari ad entrare in graduatoria».
Lo precisa il Comune di Mira, rispondendo a polemiche apparse in questi giorni, in particolare nei social media.
«I Servizi sociali locali, infatti, se ne occupano dallo scorso inverno secondo ciò che è previsto dalle norme e facendo anche di più di quanto di loro competenza: una persona possiede un reddito di salvaguardia, un’altra è tuttora residente in un altro Comune».
L’Amministrazione ha aiutato e sta aiutando persone «con disagi anche maggiori di quelli di questi tre soggetti – continua ancora il Comune – con ottimi risultati e seguendo il percorso condiviso assieme. Infatti, gli incontri con i Servizi sociali permettono di identificare insieme le vie migliori per il raggiungimento di una piena autonomia e dignità».
Attualmente in lista ci sono 98 famiglie, aventi pienamente diritto: si tratta di genitori separati con figli, persone che hanno perso il lavoro o la casa e che nel momento in cui si liberasse un alloggio avrebbero la precedenza.
«Si ribadisce che il welfare non è sinonimo di assistenzialismo, che le persone devono essere “aiutate ad aiutarsi” e che ciò presuppone la volontà di cambiare e la responsabilità di rispettare poche e semplici regole date non per dispetto, ma per il bene della persona. Al netto di questo e nuovamente confermata la disponibilità ad un percorso di aiuto, è inqualificabile e inaccettabile che ci sia chi, disinformato o peggio ancora facendo disinformazione, strumentalizzi a piacimento la sofferenza e il disagio sociale di queste persone per il mero interesse di creare una polemica falsa e fuorviante».