A un tiro di schioppo dai grandi centri commerciali di Marghera, c’è un angolo immerso nel verde e nel silenzio in cui il tempo sembra essersi fermato. È la località detta “la Colombara”, così chiamata dall’omonima costruzione, simile a torre, che si specchia con le sue forme neogotiche nelle acque del canale Brentella-Lusore. In queste terre, che attualmente costituiscono le estreme propaggini orientali della parrocchia di Ca’ Sabbioni e che in tempi lontani appartennero ai Querini e poi ai Tron, sorge un vecchio oratorio dedicato alla Madonna del Rosario, inserito in un complesso privato comprendente, oltre alla Torre Colombara, anche la vicina Villa Bottenigo, che nel suo nucleo più vetusto risale al Quattrocento e che in una sala conserva resti di affreschi attribuiti alla scuola del Veronese.
L’oratorio è settecentesco, mentre altri elementi dell’edificio (come la facciata, rifatta nel 1925) hanno subito modifiche, apportate per rimediare a crolli o danneggiamenti. L’interno è dominato dall’altare originale, su cui è posta una statua della Vergine Maria con in braccio il bambino Gesù. Una lapide sul pavimento copre la sepoltura dell’avvocato veronese Federico Garofoli, che in passato fu proprietario di questi terreni e morì nel 1861 a Villa Bottenigo, lasciando tutti i suoi possedimenti alla “pia causa” di Gambarare.
In questa suggestiva cornice, nel pomeriggio di domenica 8 ottobre (giorno successivo alla ricorrenza della Madonna del Rosario), si è svolto un intenso appuntamento di carattere religioso: una Santa Messa solenne, preceduta dalla recita del Rosario, è stata celebrata da don Cristiano Bobbo, parroco della Collaborazione Pastorale di Oriago e Ca’ Sabbioni, coadiuvato per l’occasione dal diacono Gianluca Fabbian.
I fedeli hanno accolto con gioia l’evento, accorrendo numerosi grazie anche alla splendida giornata di sole. Al termine, un ricco rinfresco sotto le arcate della Torre ha allietato tutti prima dell’arrivederci. E proprio durante questo momento conviviale molti dei presenti sono riandati con la mente agli anni della giovinezza, ricordando come qui si svolgesse una sagra della Madonna del Rosario, con tanto di “palo della cuccagna”.
Quest’angolo del nostro territorio oggi è tagliato fuori dalle principali arterie di comunicazione e rischia dunque di essere pressoché dimenticato, perciò iniziative come questa sono preziose, perché hanno il merito di farci riscoprire tesori che, oltre ad avere un valore storico-artistico, sono anche cari alla memoria popolare in quanto legati alle nostre tradizioni religiose.
Elda Gasparini