«Quest’anno sono 355 i bambini che ospitiamo nella nostra scuola, contro i 270 dell’anno scorso. Finché ce la facciamo non diciamo di no a nessuno, nemmeno a chi non può sostenere la piccola retta scolastica».
Giorgio Zorzi, mirese e classe 1956, racconta con semplicità la sua quotidianità fatta di opere straordinarie in Uganda, dove da circa 6 anni si è trasferito per seguire la donna che poi sarebbe diventata sua moglie, di origine ugandese. Anche con poche centinaia di euro a disposizione, suoi o donati da privati, si realizzano aule, pareti di case, metri quadri di pozzi. Nel 2019 ha aperto una piccola scuola a Walubira, che ha continuamente ampliato, arrivando a duplicarla. Ora la St. Agnes School è un grande complesso, con bagni, cucina, pompe per l’acqua e pannelli solari.
«Nell’ultimo anno abbiamo aggiunto un’altra ala della scuola: ora abbiamo 10 aule, una per classe, più un ufficio per la direttrice e una sala riunioni per gli insegnanti. Abbiamo poi sistemato la cucina, ridipinto e montato le grondaie dappertutto e recintato tutta l’area. Ogni mese paghiamo lo stipendio a 13 insegnanti, alla direttrice e al personale di cucina e che si occupa delle pulizie interne ed esterne, nonché della manutenzione del cortile. Paghiamo anche una guardia notturna, non armata, che controlla l’edificio scolastico. Insomma, c’è sempre tanto da fare, ma finora abbiamo mantenuto tutte le promesse».
Un riconoscimento importante. E da quest’anno «abbiamo anche la settima classe – prosegue Zorzi -. L’ultima delle primary school. Quasi tutti i 27 bambini di settima, i più grandi, vivono e dormono a scuola, come è l’usanza inglese, dato che hanno una settimana abbastanza impegnativa. Per questo abbiamo sistemato un po’ di stanze e comprato letti a castello e materassi, destinando una casetta ai maschi e un’altra alle femmine, presidiate rispettivamente da un maestro e da una maestra che dormono con loro la notte. Siamo anche riusciti a farci riconoscere ufficialmente dal governo come scuola primaria: anche questo ci è costato molto. Abbiamo dovuto pagare per le pratiche e per essere seguiti da un avvocato ma almeno, quando i bambini fanno l’esame e terminano il loro percorso scolastico da noi, hanno il timbro della scuola, che è riconosciuto, e possono poi continuare gli studi in qualsiasi altra scuola». Anche se questo però vale solo per i fortunati che possono permettersi di andare alle superiori. Non sono molti che ce la fanno: quelle infatti sono scuole molto costose.
Sono tante attività, quelle condotte quotidianamente da Zorzi, che come tante piccole tessere di un mosaico contribuiscono ogni giorno a cambiare la vita di piccoli e grandi a Walubira. «Abbiamo ampliato la dotazione della scuola, acquistando 35 banchi (anche con l’aiuto del Rotary club di Mestre), 100 sedie, una stampante, palloni per i bambini e perfino un altoparlante, che si carica coi pannelli solari. Nell’ultimo anno poi abbiamo investito ulteriormente sulla fattoria St. Agnes: ora abbiamo 7 mucche, 15 capre e un centinaio di polli. La fattoria è strettamente legata alla scuola, perché coi suoi prodotti – fagioli, mais e banane – riusciamo a nutrire i bambini, ma non solo. La fattoria dà da mangiare anche a parecchie persone che ci lavorano: c’è chi sta dietro alle mucche, chi cura le capre e le galline, chi coltiva il mais. Ognuno fa il suo compito e ognuno guadagna qualcosa. I bambini, figli dei dipendenti della fattoria che vivono nelle casette, vengono a scuola da noi e non pagano: del resto sono parte della famiglia. Abbiamo acquistato e piantato anche 30 alberi, in modo che i bambini possano stare all’ombra quando sono in cortile e, nelle giornate belle, possano anche fare qualche lezione all’aperto».
Progetti futuri. Non mancano, infine, nuovi progetti per il futuro, piccoli e grandi. «Vorremmo comprare un piccolo van usato per portare a scuola i bambini che abitano più distanti: alcuni vivono anche a 14-15 km da qui. Abbiamo poi in mente di realizzare un campo da calcio e uno da pallavolo. Il problema però è che bisogna livellare il terreno e per farlo ci vuole un trattore. Per questo stiamo aspettando che una delle livellatrici utilizzate per sistemare le buche nelle strade sia in zona, per chiedere all’operatore di spianare anche il nostro terreno, ovviamente a pagamento. I bambini, del resto, accanto allo studio, hanno anche bisogno di giocare e sfogarsi».
Tutte azioni, quelle portate avanti da Giorgio Zorzi, che ci insegnano cosa significa costruire la vita, ogni giorno.
Valentina Pinton