«Rivedremo il Pat, il Piano di assetto del territorio del 2013, per arrivare, così come ci rende possibile la legge sul consumo del suolo, al consumo zero. Che significa che gli spazi ad oggi non ancora occupati rimarranno per sempre liberi. Intanto si lavorerà per rendere più agevoli gli interventi di riqualificazione e di mantenimento dell’esistente».
È l’obiettivo strategico del sindaco di Spinea Silvano Checchin e della sua amministrazione. Un obiettivo sottolineato nel mentre in città ci si domanda se, invece, si sia prossimi a nuove colate di cemento.
Una, piccola, sta mostrando i suoi segni all’inizio di via Matteotti (foto qui sotto), dove al posto di una vecchia villetta sta sorgendo una costruzione ben più poderosa: «Capisco – afferma il sindaco – che per la maggior parte dei cittadini sia difficile da riconoscere quel che succede davvero, vedendo una gru, un cantiere e un edificio che cresce. Ma quello è il risultato di un piano di recupero approvato nel 2001».
Come dire che le eredità, a volte, sono pesanti e hanno ripercussioni a lungo termine. «È la questione dei diritti acquisti», e il riferimento è non solo al piccolo-grande nuovo condominio, ma al Piano norma 16/A, un insieme di interventi questo sì di grandi dimensioni, che è vicino a trasformarsi da una montagna di carte a gran lavoro per ruspe e imprese edili.
Il Piano norma 16/A punta alla trasformazione di un’area finora verde fra via Capitanio e via Cici, con la realizzazione di una dozzina di edifici residenziali, per un totale di 15mila metri quadrati. Il che significa che, per esempio, se la metratura media degli appartamenti sarà di 70 metri quadri, verranno realizzati circa 200 alloggi.
Un quartierino tutto nuovo, insomma, che potrebbe trasformare per sempre un’area di circa 80mila metri quadrati di terreno vergine.
Il Piano norma 16/A è stato adottato dalla giunta Checchin il 31 gennaio scorso, con una lunga fila di indicazioni e prescrizioni, cui ottemperare prima di dare il via a qualsiasi lavoro.
Ma per l’amministrazione comunale siamo di fronte, appunto, ad un’eredità del passato: «Noi eravamo per un forte ridimensionamento del piano, ma non c’è stato nulla da fare. Abbiamo fatto ricorso, incaricando tre studi legali, per poter recedere da quello che il piano urbanistico consentiva. Ma non ci si è riusciti».
Perciò l’iter autorizzativo è andato avanti. Il che non significa, precisa il sindaco, che siamo ad un passo dal cantiere: «Il Piano è stato adottato in giunta, ma prevedere quando partirà è difficile. In primo luogo perché implica che i privati devono prima trovarne la convenienza, sottoscrivendo poi le convenzioni e partendo con la realizzazione. Ad oggi c’è l’approvazione del piano, ma non c’è nessun permesso di costruire; si partirà quando verranno richieste le opere di urbanizzazione. Ma prima ci devono arrivare le risposte alle prescrizioni, i committenti devono avere le fidejussioni necessarie e devono trovare degli imprenditori che investano in un’operazione di quel tipo, che è datata».
Datata? «Sì, nel senso che, per come la vedo io, oggi non si costruisce più con quei criteri. Oggi un imprenditore – continua il sindaco di Spinea – fa interventi molto più contenuti; interventi di quella dimensione comportano anche l’ottenimento di ingenti prefinanziamenti dalle banche, difficili da avere perché bisogna dare delle garanzie adeguate. E, contemporaneamente, quelle garanzie impediscono all’imprenditore di investire su interventi molto più appetibili…».
Giorgio Malavasi