C’è stata anche una ragazza, con casa lungo l’argine, che li ha visti e ha portato loro acqua e pomodori. E anche dei vigili, venuti ad accertarsi che tutto fosse a posto. Sono due dei tanti episodi di un’esperienza alla scoperta dell’essenziale che gli scout del clan Uno Nessuno Centomila di Carpenedo hanno vissuto discendendo, in gommone, una buona parte del fiume Adige.
Una route svoltasi dal 4 al 10 agosto, un giorno in meno del previsto, anche grazie alla corrente, in certi punti bella allegra…
Due i gommoni e 13 i partecipanti. Partenza a Ponte d’Adige, in provincia di Bolzano, e arrivo a Pescantina, nel Veronese. 150 i chilometri percorsi.
E alla sera né case né ostelli né patronati, ma le rive dell’Adige: «Per fortuna avevamo il falcetto!», raccontano i protagonisti. Ogni attracco ha comportato lo sfalcio dei rovi e delle erbacce sulle sponde, sia per legare i gommoni sia per poter piantare le tende. In ogni caso, abbiamo sempre pernottato in posti che abbiamo “conquistato” con fatica, nel nulla a volte, a pochi passi dalla civiltà, ma stranamente selvaggi e isolati…: posti con paesaggi spettacolari, visti peraltro anche durante la navigazione con una prospettiva che difficilmente avremo modo ancora di poter ritrovare».
È proprio il bello dell’avventura, della presa di contatto con la natura e dell’esperienza che educa a cavarsela, a patto che ci si dia tutti una mano: «Tre i punti particolarmente difficili», ricordano ancora gli scout mestrini: «Le due dighe a Mori e Avio, con trasbordo a mano nella vegetazione fitta della riva di carico e gommoni (ancora santo falcetto!) e il ponte all’altezza di Peri, nel Veronese. Qui abbiamo dovuto ancora scaricare i gommoni, ma siamo riusciti a fare un bel salto da vero rafting, con i gommoni scarichi».
Gli imprevisti ci sono stati, come la perdita – già il primo giorno – di due delle quattro taniche da 10 litri di acqua potabile, «lasciate con leggerezza nell’acqua del fiume a rinfrescarsi…».
Ma le difficoltà sono state collante e motore per l’esperienza insieme, con la guida di Francesca Bonaldo, la Capo Fuoco, che con i suoi 28 anni ha affrontato la sfida con grande responsabilità; e con Giovanni Salerni, che ha ideato e guidato il viaggio, procurando anche i due gommoni, prestati da un altro gruppo scout, del Milanese.
«Tutti i ragazzi – commentano i capi scout – sono stati splendidi e hanno affrontato la discesa con entusiasmo. Hanno condiviso qualcosa che nella vita di tutti i giorni non esiste: la sfida all’ignoto, il non avere la certezza ogni sera di un posto dove dormire, il doversi conquistare ogni metro, il dover cucinare nella sabbia o sui sassi… Indimenticabile anche la Veglia alle stelle, dove – a coppie e a turni di un’ora – abbiamo vegliato, data la vicinanza del fiume alle tende, il livello dell’Adige». Per gli scout Lollo, Elisa, Greg, Lalli, Silvia, Giovi, Nolla, Lucia, Peri, Gabriele e Giulia, un’esperienza da ricordare. (G.M.)