Ai tanti ricordi, soprattutto da parte della tifoseria calcistica della curva Sud del Venezia Mestre, di Michael Groppello, il giovane di 20 anni del quartiere Cita di Marghera, morto nell’incidente stradale di sabato 17 giugno in tangenziale di Mestre, voglio aggiungere quello mio e della comunità parrocchiale della Resurrezione, di cui faceva parte attiva e che mercoledì sera 21 giugno si è ritrovata in una “veglia di preghiera per e con Michael”, convocata dal parroco don Nandino Capovilla, “per portare i mille ricordi di un grande amico e fratello”.
Michael (terzo da destra nella foto) ha fatto parte dell’indimenticabile gruppo di ragazzi che in un cammino di tre anni accompagnai alla Cresima a fine maggio 2011. Gruppo di catechismo indimenticabile per la schiettezza e genuinità con cui i ragazzi si coinvolgevano e mettevano in comune gli aspetti, anche problematici e a volte difficili, della loro giovane vita.
E Michael con la sua trasparenza era parte attiva nel creare questo clima, esprimendo tutti i suoi dubbi di fede in rapporto proprio alla sua esperienza di vita. Questo esporsi con fiducia di fronte agli altri, per quello che si è, raggiunse il massimo nel ritiro spirituale, quindici giorni prima della Cresima, insieme a don Valter Perini, quando Michael, con la sua apparente freddezza nel raccontarsi, contribuì insieme agli altri a creare quel clima di condivisione fraterna, che coinvolse tutto il gruppo e anche noi adulti presenti, compreso il parroco di allora don Paolo Socal. Al mio ricordo unisco quello di tre suoi amici della parrocchia.
Anna vuole “ricordarti solo per la tua forza, la tua grinta e la tua voglia di vivere. È difficile accettare il fatto che non ci sarai più a sollevarci le giornate con le tue battute e i tuoi sorrisi. Voglio ricordarti per come sei stato e per tutti i bei momenti passati assieme”.
Giulia non trova “parole adatte a descrivere il dolore che tutti noi proviamo in questo momento. Tutte le piccole preoccupazioni quotidiane si sgretolano di fronte ad un avvenimento del genere. Improvvisamente mi trovo senza alcuna certezza e mi sento impotente”.
Francesco si trova “davanti ad un foglio vuoto che non vorrei mai riempire. Ma ti ricordi quante ne abbiamo passate? Ti ricordi quando ci mangiavamo la pizza a casa tua e poi ci guardavamo i film, commentando ogni singola scena? Ti ricordi quanto abbiamo riso, quando liberasti il tuo barbagianni, che avevi in salotto, e uno di noi si mise ad urlare e scappò?”.
Sì, perché Michael, cresciuto in una specie di Arca di Noè di suo nonno, che allevava e teneva in casa molti animali, tra cui il famoso puma della Cita, amava tanto gli animali. Adesso però lo immagino “protestare”, con la sua solita schiettezza, davanti al Signore per il mistero della sua giovane vita spezzata.
Gino Cintolo