La storia di ognuno di noi è ciò che ci rende unici, tanto che la festa più importante è proprio la celebrazione della nostra nascita. Tutto quello che abbiamo vissuto durante i primi anni di vita però, non lo conosciamo direttamente, ma lo apprendiamo grazie ai racconti dei nostri genitori e alla visione delle foto dell’epoca.
Nella parrocchia della Beata Vergine Addolorata, domenica 26 gennaio si è cercato di fare la stessa cosa, ripercorrendo la sua storia. Il racconto è avvenuto durante la cosiddetta “Festa d’inverno” e ha intrattenuto i presenti mostrando in formato digitale decine di foto originali. Per coinvolgere ancora di più chi si trovava in sala, dopo aver narrato la storia e dopo aver mostrato le immagini fotografiche sono state riprodotte le canzoni di quegli anni. La musica, d’altronde, è uno dei principali veicoli per i ricordi e nell’ascoltare i più grandi classici della storia musicale italiana, tutti si sono lasciati trasportare nel canto. La maggior parte dei presenti è rimasta stupita quando ha saputo che l’attuale chiesa è stata completata solo nel 1969 e che prima erano sorte nel medesimo spazio due altre chiese di più modeste dimensioni, la prima risalente al 1954. A rendere ancora più speciale l’occasione, sono state le testimonianze dirette di chi ha vissuto in prima persona i momenti salienti della storia della parrocchia.
Nel corso del pomeriggio si sono svolte altre attività, tra cui un gioco a quiz in formato digitale al quale tutti, collegandosi con il proprio cellulare, hanno potuto prendere parte. Poi una gustosa merenda composta da dolci fatti in casa da alcuni parrocchiani e parrocchiane, fino al momento di un altro gioco, il cui scopo era quello di indovinare il peso di una mortadella dopo averla alzata. Il concorrente che più si è avvicinato a quello effettivo, si è aggiudicato il premio, consistito proprio nella mortadella stessa.
Terminata la festa, il clima che si è creato era familiare e gioviale, a testimonianza di quanto sia importante sentirsi parte di una comunità. La riuscita delle attività è stata dovuta anche alla stretta collaborazione fra i giovani e gli adulti della parrocchia, segno che, lavorando insieme, si possono raggiungere ottimi risultati. Insomma una “Festa d’inverno” fredda nel nome, ma calda nel cuore di chi vi ha partecipato.
Emanuele Bagagiolo