È stata la prima assemblea del nuovo Vicariato di Mestre, proposta dal vicario foraneo, don Natalino Bonazza, insieme agli altri presbiteri, a cui ha preso parte anche il Vicario episcopale per il Coordinamento della Pastorale mons. Daniele Memo.
Ogni parrocchia era invitata con i suoi preti e diaconi e due delegati laici ciascuna. Ritrovo nella palestra dell’istituto salesiano San Marco, alla Gazzera, dalle 9 alle 12 di sabato 11 settembre. A fare da lancio è stata l’intervista di Maria Paola Scaramuzza, collaboratrice di Gente Veneta, a tre esponenti qualificati del territorio. Per il pof. Ezio Micelli, dell’università IUAV, si è perso il riferimento a un centro preciso; mentre abbiamo riscoperto la dimensione dell’abitare. Per Gabriele Bolzan, consigliere municipale di Carpenedo, Mestre è una città di quartieri con un desiderio di comunità. Secondo don Fabiano Longoni, già direttore dell’ufficio Cei per i problemi sociali e il lavoro, oggi le parrocchie più che territoriali sono esistenziali; si deve salire su un treno in corsa, senza aver paura del mondo, ma aprendosi a esso per servirlo.
I lavori sono proseguiti in dieci gruppi di circa otto persone per tavolo, su cinque temi particolari individuati a maggioranza dagli stessi partecipanti all’interno di altrettanti ambiti più generali: generare alla fede, essere Chiesa in una città che cambia, il rapporto con i poveri, la missionarietà e una città di fratelli. Ognuno ha partecipato a due tavoli diversi, con la tecnica del world cafè. Per ogni tavolo un moderatore garantiva fluidità, pertinenza e concretezza degli interventi.
I contributi riassunti saranno presto a disposizione di ogni parrocchia del Vicariato.
Giovanni Carnio