Un anno dalla liberazione, un anno di libertà. Lo vivono così i residenti nella zona di via Monte San Michele, a Mestre, questo primo anniversario dal blitz che la Polizia fece, il 10 luglio 2018, per liberare l’area vicino alla stazione da spacciatori e delinquenti.
È un anno che viviamo normalmente, non ci pare vero», dicono alcune persone che, nel pomeriggio di questo 10 luglio 2019, hanno affisso striscioni e cartelli, soprattutto all’incrocio tra via Monte San Michele e via Trento. Su tutti i cartelli e teli il senso del sollievo; e la gratitudine alle forze dell’ordine.
«Pensi – racconta una signora – che poco più di un anno fa un’amica, che abita qui, nella zona più difficile, mi ha chiesto il piacere di andare a prendere, a casa sua, il figlio tredicenne, per accompagnarlo a un appuntamento. Non me la sono sentita di andarci da sola, visto chi stazionava sempre in quel pezzo di via, e mi sono fatta “scortare” da due persone. Alla fine la mia amica mi ha ringraziato molto: suo figlio non avrebbe mai potuto uscire di casa da solo».
Quelle condizioni al limite dell’inciviltà – con commercio di droga ad ogni ora, liti, pestaggi, presidio illegale del territorio – sono scomparse: «Da quando c’è stato il blitz, le bande criminali non hanno più messo piede qua», afferma un rappresentante del Cmp, il Comitato Marco Polo che molto si è battuto per ottenere la “pulizia” del rione: «Per mesi abbiamo filmato e fotografato quel che succedeva e abbiamo inviato tutto alla Polizia. Poi la loro azione ha risolto tutto».
Circa 500 agenti, un anno fa, hanno circondato il quartiere e hanno fermato i presenti, perquisito i negozi, bloccato persone…: quasi una quarantina gli arrestati. Solo il capo dell’organizzazione criminale era riuscito a sfuggire; è stato preso qualche mese fa.
«Siamo estremamente grati ai poliziotti», ripetono i cittadini: «Collaborazione e convinzione fanno la forza». E la riconquista di un pezzo di Mestre alla legalità.
Giorgio Malavasi