Idealista, cristiano convinto che il Vangelo sia la via della giustizia, appassionato esperto di cinema e di letteratura. Questo e molto altro è stato Michele Serra, spentosi domenica sera, a poco più di 80 anni.
Negli ultimi anni la salute malferma e declinante lo aveva costretto a ridurre di molto impegni e iniziative. Ma quasi fino all’ultimo ha curato quel Premio Città di Venezia, dedicato alla cinematografia dei Paesi poveri ed emergenti, che aveva creato e fatto crescere.
Mestrino della parrocchia di San Marco Evangelista, ricordava però ogni tanto la storia di migrazione sua e della sua famiglia: il papà che, per fuggire la miseria, se n’era andato dal profondo sud della Sardegna e lui stesso che, a nove anni, aveva dovuto lasciare con la famiglia il paesello d’origine, per giungere, come “stralunato corpo estraneo”, a Porto Marghera.
Michele ha vissuto la professione dell’insegnante: per 40 anni, partendo dalle elementari per andare alle superiori, è sempre stato sulle frontiere dell’educazione e dell’innovazione pedagogica.
Ha avuto un enorme e raro merito: quello di fare con grande passione il suo lavoro, concedendo nulla al tornaconto. Ha rinunciato più volte all’incarico di preside e ad altri ruoli prestigiosi nella cultura e nella comunicazione: «Collaboro – diceva – solo quando credo di avere qualcosa di valido da dire o da fare».
Michele Serra lascia la moglie Marilena e le tre figlie Ilaria, Chiara e Francesca. I funerali saranno celebrati nella chiesa di San Marco Evangelista, in viale San Marco a Mestre, alle ore 15 di martedì 17. (G.M.)