Avevano un tasto sul bancone del bar, che premevano appena i vigili entravano: così i gestori cinesi di quattro bar spegnevano all’istante le slot machine, per evitare di risultare inadempienti.
Lo ha scoperto la polizia locale di Venezia che, nei suoi controlli contro il gioco d’azzardo, dall’inizio dell’anno ha redatto già 112 verbali a pubblici esercizi.
Dalle verifiche effettuate è emerso, infatti, che alcuni bar tenessero i videogiochi accesi in orari in cui non è consentito. E’ avvenuto a Marghera, in via Beccaria, in via Trieste ed in via Longhena; e a Mestre, in via Aleardi e in viale San Marco.
Per aver reiterato il comportamento scorretto, alla sanzione pecuniaria di 166 euro per violazione all’art. 14 del Regolamento comunale in materia di giochi, è stata disposta quale sanzione accessoria la prima chiusura per tre giorni. Altri 16 locali sono stati sanzionati già due volte e si attendono ora i provvedimenti di chiusura.
«Le proteste dei giocatori – rende noto la Polizia locale – sono il segno evidente dell’infrazione compiuta. Nell’ultimo sopralluogo gli agenti sono stati ringraziati da un anziano che nell’ultima settimana aveva già perso 700 euro. Il giro d’affari nel 2016 è stato di 80 miliardi di euro. La stima dei giocatori patologici è di 250.000 persone, poco meno dei residenti nel Comune di Venezia. Lo Stato incassa più di 8 miliardi dalle slot, che nel 2015 in Italia erano 418.210».