Come può accadere che lo zelo di una vigilessa metta in allarme mezza città. È successo ieri pomeriggio in centro a Mestre. Un’agente della Polizia locale passa dinanzi al Duomo di San Lorenzo e sente un rumore. Uno sfrigolio, un crepitio… Giustamente, ritiene che ciò che è anomalo vada segnalato. Un controllo può essere essenziale, a volte salva da guai più grossi.
Parte la segnalazione che allerta i vigili del fuoco. Questi arrivano con i loro mezzi, li piazzano davanti al Duomo, aprono una scala altissima e salgono. Arrivano sul cornicione, tra il cornicione e il tetto.
Intanto, giù, i passanti si fermano, si fa mucchio. E cominciano le domande, le supposizioni, le ipotesi…: «Cosa sta succedendo?». “Mah, pare che abbiano sentito strani rumori”. «No, stanno raccogliendo dei pezzi». “Che pezzi?”. «Non vedi? La statua dell’angelo non ha più il braccio».
E così via. Morale? Tranquilli tutti. La chiesa non ha nessun problema di questo tipo. E l’angelo sul tetto è monco di un braccio da un’infinità di anni. Lo strano rumore era causato dall’impianto elettrico anti-piccioni: quello che emette piccolissime scosse per dissuadere i volatili dal sostare sui cornicioni e imbrattarli.
Un ronzio banale. E forse è opportuno sapere che tale era e non una tromba dell’Apocalisse. (G.M.)