La sete di parcheggi è sempre grande. Quando si tratta di parcheggi scambiatori poi, siamo tutti più inclini ad accettarli con benevolenza, sono comunque un invito ad usare di più i mezzi pubblici e se sono dimensionati in base alle reali esigenze degli utenti allora nessuno ha nulla da ridire. Il Comune di Venezia ha pensato perciò di raddoppiare l’estensione di un parcheggio alle porte di Marghera, lungo via Trieste, a ridosso della tangenziale.
Il problema è che troppo spesso le scelte di carattere urbanistico si fanno basandosi su cartografie, talvolta neanche troppo dettagliate, e risulta indifferente scegliere un poligono qui o là, purché libero da edifici o infrastrutture.
Il caso ha voluto che l’area “libera” su via Trieste sia occupata da un boschetto che i residenti stanno curando da decenni e che attualmente ha assunto dimensioni e struttura da parco urbano, ordinato ma con vegetazione arborea molto fitta. C’è una componente di alberi caducifogli tipici della foresta planiziale come farnie, pioppi bianchi, salici bianchi, olmi campestri, noccioli e molte essenze sempreverdi alloctone prevalentemente arbustive, tipiche dei giardini come ligustri lucidi, ligustri cinesi, mahonie, laurocerasi e altre ancora.
Noncurante della vicinanza della tangenziale una fauna molto diversificata ha trovato qui rifugio. Molti uccelli tra cui picchi verdi, merli, passeri, pettirossi, tortore ma anche pipistrelli, orbettini, rane, rospi e, vista la ricchezza di specie vegetali con fiori, anche farfalle e api.
Sappiamo che le Amministrazioni troppo spesso vedono gli alberi solo come problemi perché “sporcano”, possono cadere in testa a qualcuno, richiedono costose manutenzioni ma invece gli alberi del boschetto di via Trieste non sporcano, non cadono in testa a nessuno e non hanno bisogno di manutenzione. Chi li ha accuditi finora sarebbe ben felice di continuare a farlo, gratuitamente e con passione; anzi, ne ha fatto esplicita richiesta al Comune.
Non sarebbe più semplice ampliare il parcheggio sull’altro lato della via, sotto la Tangenziale, riqualificando un’area degradata e conservandosi anche la possibilità di futuri ampliamenti?
Le soluzioni semplici non sono sempre le più gradite, specialmente quando si tratta di tornare sui propri passi. Forse se si guarda distrattamente la cartografia, l’area contrassegnata in rosso può sembrare occupata ma sarebbe idonea ad ospitare un parcheggio, come in tante altre parti di Marghera, per di più “coperto”.
Gli alberi sono nostri alleati nella difesa dall’inquinamento dell’aria. Nelle aree inquinate, e via Trieste lo è, un albero di medie dimensioni nell’arco dell’anno riesce a sottrarre dall’atmosfera le polveri sottili che un’auto di media cilindrata, che percorre 25.000 km all’anno, produce nello stesso periodo. Inoltre mitiga il clima, attenua i rumori, intercetta e rallenta il deflusso delle acque di pioggia, ospita tanti animali e migliora il suolo. E, a saper sognare, ci può anche far sognare quel bosco Brombeo che proprio da lì si estendeva verso Chirignago e che è stato eliminato giusto un secolo fa (99 anni per la precisione).
Leonardo Filesi
(Iuav – Dipartimento di progettazione e pianificazione in ambienti complessi)