Un anno di catechismo certamente differente dagli altri. Non per il lockdown, né per le limitazioni imposte dal Covid: giornate insieme, visite nelle principali chiese di Venezia, persino una recita finale con testi scritti dai ragazzi, il catechismo di prima media della parrocchia di San Giuseppe di Mestre è stato quest’anno davvero speciale per ragazzi pronti a fare, delle proprie vite, una splendida “cattedrale”.
Non un incontro perso, non uno zoom, visto che ogni ora di catechismo si è tenuta in presenza: «Abbiamo avuto una grande sala parrocchiale a disposizione per stare ben distanziati, le mascherine, il gel, e soprattutto un sacerdote come don Natalino Bonazza che mi ha chiesto di portare avanti questo compito in modo innovativo e dei genitori che ci hanno affidato i loro figli con disponibilità e con fiducia. Così non abbiamo saltato un incontro. Nemmeno a costo di ritrovarci, durante il lockdown, all’esterno in un parco».
Parola di Gabriella Chiellino, imprenditrice, esponente di numerose associazioni nell’ambito della sostenibilità e dell’imprenditoria femminile e, da settembre 2020, anche catechista.
Anche i colleghi manager in azienda, da settembre in poi ogni venerdì sera, hanno dovuto attendere e rimandare chiamate e riunioni, per via di quell’appuntamento inderogabile che l’imprenditrice ha portato avanti per tutto l’anno con “risorse preziose” tra gli undici e i dodici anni.
«Quest’anno i tempi degli spostamenti e dei viaggi per me si sono ridotti, la classe di mia figlia non trovava una catechista e allora, insieme a mio marito Paolo Verardo, abbiamo deciso di accettare la sfida. Se qualcosa va fatto, però, allora va fatto bene. La mia filosofia in questo caso non fa eccezione. Ed è stata un’esperienza bellissima, la più bella esperienza gratuita che mi sia capitata negli ultimi anni».
E’ stato così che, racconta Gabriella Chiellino, una quindicina di ragazzi di prima media ha potuto affrontare il programma dell’anno, prima a partire dall’itinerario di iniziazione cristiana “Sto costruendo una cattedrale” messo a punto dalla Diocesi di Treviso, poi imparandolo “sul campo” a partire dalle architetture e dall’arte delle chiese veneziane. La Basilica di San Marco e i suoi mosaici raccontati dai suoi custodi, l’antica basilica dei SS. Maria e Donato di Murano con don Luca Biancafior dove farsi raccontare in quaresima la Via Crucis in vetro di Marco Toso Borella, la Basilica di San Giovanni e Paolo dove a guidare i ragazzi è intervenuto il priore padre Michele Scarso.
«Li ringrazio tutti di cuore. E pensare che alcuni ragazzini di Mestre non erano mai entrati a San Marco. Dovremmo fare molto di più per usufruire della bellezza che abbiamo qui vicino. I ragazzi hanno imparato le parabole della vita di Gesù dall’arte, e poi hanno giocato a calcio con noi nei campielli, riappropriandosi di Venezia», continua la catechista. «Al termine dell’anno abbiamo messo in scena quanto abbiamo imparato. I ragazzi hanno scritto i testi, io glieli ho corretti e poi li abbiamo portati sul palco. Con pazienza e rispettando tutte le norme, siamo riusciti a fare anche questo».
Altro che disaffezione dei giovani verso le comunità. In un anno in cui la scuola stessa ha dovuto in molti casi ridurre le occasioni di scambio, di laboratorio e di approfondimento, la parrocchia di San Giuseppe non ci ha rinunciato. “Ad un certo punto i ragazzi hanno chiesto se potevamo raddoppiare l’ora di catechismo, ma due erano troppe…. Siamo scesi a patti e abbiamo allungato gli incontri ad un’ora e trenta minuti” racconta Chiellino.
Dall’anno prossimo, la sfida riprende. Questa volta con uno sguardo ai genitori: “Nulla può prescindere dal loro coinvolgimento. L’idea del percorso mira proprio a fare in modo che i ragazzi facciano della loro vita una cattedrale, qualcosa di bello, magnifico e grande, sull’esempio della vita di Gesù”.
Maria Paola Scaramuzza