Dopo la bocciatura al Tar, poco prima di Natale, ora l’associazione Amici del Parco San Giuliano, che si oppone alla realizzazione del centro di interscambio merci in via San Giuliano, si rivolgerà al Consiglio di Stato.
Il progetto continua a far discutere: approvato dalla giunta Brugnaro lo scorso febbraio e parte integrante del Pums, prevede la demolizione e rifacimento degli attuali capannoni che costeggiano il canale di San Giuliano, un terminal di trasporto pubblico/privato e due parcheggi per 45mila metri quadri.
Un maxi intervento che, secondo gli Amici del Parco, stravolge il progetto originario dell’architetto Antonio Di Mambro, che prevedeva il risanamento e la riqualificazione di tutta la gronda lagunare, dai Pili a Campalto, con al centro l’interesse della collettività e di un territorio inquinato da decenni. Su via San Giuliano, in particolare, erano previste diverse aree con finalità culturali e ricreative (come il Museo del bambino) e si poteva passeggiare arrivando fino in Punta. Le associazioni remiere e della vela avrebbero dovuto spostarsi sul lato del Seno della Sepa, consentendo la libera fruizione del Waterfront.
A quasi 30 anni di distanza dall’approvazione del piano Di Mambro e a 20 dall’inaugurazione del parco, il Polo nautico in realtà si è ampliato con l’inaugurazione delle nuove Tese, mentre sul lato est sono in corso i lavori di riqualificazione di un’area di sei ettari, conosciuta come la “spiaggia di Mestre”.
L’assessora comunale ai Lavori pubblici, Francesca Zaccariotto, spiega cosa è stato fatto e cosa manca da fare: «Siamo intervenuti appianando dune e dislivelli e con del terreno di riporto per creare un avvallamento. I lavori hanno quindi riguardato sottoservizi, reti di drenaggio, sagomatura del fossato. La nuova area verde sarà dotata di impianto di illuminazione, giochi per i più piccoli e specie vegetali adatte all’accrescimento della biodiversità». In più, lungo il vialetto principale si snoderà un percorso multisensoriale, attrezzato per rendere fruibile l’escursione in natura anche a persone ipovedenti e ipoudenti.
La data di fine lavori è prevista per giugno, giusto in tempo per l’estate. «Abbiamo beneficiato di un finanziamento Pnrr pari un milione e 700 mila euro», ricorda Zaccariotto. E sul piano Di Mambro aggiunge: «Per me appartiene al passato. Ne riconosco ovviamente la valenza, abbiamo cercato di non stravolgerne l’essenza, ma ora l’area è riqualificata, le è stata ridata un’organizzazione e una dignità di comune accordo con le Remiere. Le associazioni mi sembrano soddisfatte».
La presidente degli Amici del Parco, Anna Forte, è però di tutt’altro avviso: «Un’operazione totalmente deludente, con l’area più significativa della gronda lagunare data in mano ai privati. Viene fatto a pezzi un sogno identitario della città, quello di riappropriarsi finalmente della sua “porta d’acqua”». Forte non accusa le associazioni, ma parla della mancanza di una visione d’insieme, per il bene di tutta la comunità: «È sacrosanto fare sport, ma la struttura doveva essere spostata. Così invece, se io non vogo e non mi interessa la vela, che vado a fare a Punta San Giuliano?». La presidente solleva poi la questione della sicurezza dei pedoni che si trovano “costretti” a passeggiare nell’area di rimessaggio delle barche.
La restituzione alla cittadinanza di sei ettari di parco, lì dove un tempo i bambini dell’ex colonia elioterapica facevano il bagno, viene colta un po’ come una presa in giro: «Viene realizzato un presunto belvedere sul Seno della Sepa – chiosa Forte – quando il piano Di Mambro lo prevedeva direttamente con l’affaccio sulla laguna».
Anna Maselli