Nel suo territorio raccoglie circa 8mila persone, un dato in aumento di qualche centinaia di unità rispetto a solo pochi anni fa, e mostra una tendenza ormai ben delineata: cala la popolazione italiana, oltretutto sempre più anziana, e aumentano i residenti di provenienza straniera (e di altra religione) che stanno via via prendendo il sopravvento anche sul piano numerico.
Nello stesso tempo, intanto, la parrocchia del Sacro Cuore di Gesù, in via Aleardi a Mestre, continua ad essere molto attrattiva, ben al di là dei suoi confini geografici, tanto che sono parecchi coloro che l’hanno individuata e la frequentano come “comunità di elezione” o vi ritornano nei momenti fondamentali della vita magari perché, semplicemente, ricordano bene i tempi in cui giocavano sul campetto di quel patronato.
Una realtà “paradigmatica”. La parrocchia, che sabato 29 e domenica 30 vedrà il completarsi della Visita pastorale del Patriarca (nelle foto di Gabriele Millino e Andrea Bergamasco alcuni momenti della Messa celebrata al Sacro Cuore domenica 16) , si estende tra il centro di Mestre e si protende quasi verso la stazione ferroviaria, con la chiesa a metà strada fra via Cappuccina e Corso del Popolo. Si caratterizza perché contiene al suo interno anche alcune tra le zone più dinamiche e in evoluzione del territorio, come il Vega o le vie Torino e Ca’ Marcello, che passano dai mega alberghi – ultimamente cresciuti come funghi – ai grandi insediamenti universitari di futura ed ulteriore espansione.
Un contesto del genere, con cui fare i conti quotidianamente, ha portato in un recente Consiglio pastorale a coniare una particolare definizione della parrocchia, che è stata valutata come “paradigmatica”. A raccontarlo è il parroco don Fabio Mattiuzzi, che è al Sacro Cuore da due anni e mezzo. Lì dove in un certo senso si ha la netta sensazione di essere già immersi, prima e più di altre comunità parrocchiali, in un quadro socio-religioso cittadino singolare ma emblematico e, appunto, “paradigmatico”: «È una parrocchia completamente diversa da molte altre e difficilmente equiparabile. Come tutte assomma molte difficoltà e molte virtù ma, inserita com’è in questo specifico contesto mestrino, accoglie e riceve continuamente sfide nuove per il suo essere comunità ecclesiale e presenza cristiana sul territorio. Ed è una parrocchia che, anche tenendo conto dei postumi del Covid, sta crescendo», analizza don Mattiuzzi.
Le attività. A rendere storicamente singolare la comunità del Sacro Cuore è poi anche la sua caratterizzazione pastorale. La catechesi e i gruppi “parrocchiali” sono presenti solo fino all’iniziazione cristiana e poi, per la crescita umana e spirituale e per edificare la vita cristiana di giovani e adulti, largo spazio è dato ad associazioni, movimenti e gruppi specifici: al Sacro Cuore si trovano così il Cammino neocatecumenale (con 5 comunità), l’Azione cattolica (molto folta), l’Ordine francescano secolare, la Comunità di Sant’Egidio, l’associazione Noi (e non solo). E poi ci sono l’attiva Caritas parrocchiale (con una cinquantina di volontari, anche giovani, e 150 famiglie seguite) e i gruppi di ascolto della Parola (attualmente 5).
«Il mix – commenta don Fabio – raccoglie un insieme di diversità, sinonimo di ricchezza. Certamente bisogna essere bravi a creare unità, essere Chiesa e generare un legame con la parrocchia».
Possedere un patronato, una palestra e degli spogliatoi attrezzati e mantenere tale ambiente sempre vivo, aperto (praticamente tutti i giorni) e ricco di proposte, fa inoltre parte della vocazione “storica” della parrocchia del Sacro Cuore. Ed ecco, allora, che non mancano proposte sportive per ragazzi, giovani e adulti ma anche, ad esempio, legate alla ginnastica dolce per gli anziani. E sta ripartendo pure l’attività culturale al Centro Kolbe, ormai ampiamente ristrutturato con un impiego di risorse non indifferente e affidato in comodato dalla Diocesi alla parrocchia; torneranno così a susseguirsi varie iniziative, quali concerti e rassegne musicali, mostre, teatro, conferenze e presentazioni di libri.
Pochi i matrimoni. Se il dato demografico del territorio circostante, come si accennava, registra nuovi inserimenti di famiglie straniere – giovani, islamiche e perlopiù provenienti dal Bangladesh – il quadro annuale di sacramenti e celebrazioni parrocchiali presenta, nel 2022, quasi una settantina di funerali, 22 battesimi amministrati (tra cui 10 a bambini con meno di 1 anno e 6 con oltre 7 anni di età, spesso intercettati durante la catechesi o la vita dei gruppi), pochissimi matrimoni (2-3 all’anno). Col risultato che sono sporadiche le nuove famiglie cristiane. Le Messe sono partecipate: solo in occasione della mattina della domenica delle Palme sono state distribuite 630 comunioni.
«Siamo una parrocchia che cerca di essere sul pezzo – afferma il parroco – e che si sta attrezzando per affrontare bene il futuro, aperta e pronta per quanto possibile alle nuove e continue sfide. Dal Patriarca, che verrà in Visita pastorale, ci aspettiamo che tenga conto delle peculiarità di questa comunità e ci indichi qualche riferimento e qualche puntello per essere Chiesa in questo territorio».
Alessandro Polet