Un sogno nel cassetto che è quello di tutti coloro che amano i libri: aprire una libreria.
E il coraggio di tirarlo fuori da quel cassetto e di trasformarlo in realtà proprio in tempo di covid, nonostante la pandemia o, forse, proprio grazie a essa e ai tempi che comporta, forzatamente vuoti, che costringono a pensare e a mettere in discussione la propria vita.
Jacopo Bressan, 32 anni, mestrino, ha sempre coltivato la passione per la lettura, ma è solo “grazie” alla pausa forzata del primo lockdown, nella primavera del 2020, che ha avuto modo di riflettere seriamente sul suo sogno e infine di realizzare che fosse proprio possibile.
Una laurea in scienze giuridiche, un lavoro d’ufficio e poi l’impiego in uno dei grandi ostelli mestrini in crisi per il crollo del turismo. «Non avevo perso il lavoro – spiega Jacopo – semplicemente ho avuto più tempo per pensare e ho capito che non potevo più rimandare: dovevo solo cogliere l’occasione. E così ho iniziato da zero, ho cercato un locale adatto, ho studiato, mi sono informato e infine, nell’ottobre 2020 ho aperto la mia libreria indipendente».
Un’avventura, una sfida, vista la situazione economica. Il giovane mestrino coniuga anche nel nome della libreria, Il Giralibri, le sue due passioni principali, quella per i libri e quella per i dischi in vinile, la cui musica riempie il negozio che si affaccia in via Carducci sulla Rotonda dei papaveri, all’inizio di via Piave. «Abito qui vicino, questa è una città che ha bisogno di essere abitata: dove c’è una vetrina illuminata le cose già cambiano. E a me piace poter fare la mia parte, mi piace poter offrire un angolo felice. Chi ama i libri sa cosa intendo. Passa di qui chi è in cerca di un consiglio, chi deve fare un regalo o anche chi vuole solo trascorrere un po’ di tempo in una libreria. Sono felice di aver offerto alla città uno spazio di serenità in più».
In sella alla sua bicicletta Jacopo offre anche consegne a domicilio. La sua è un’attività appena avviata, ma si dice già soddisfatto della risposta della città. «Non ci sono poi così tante librerie in questa città così grande – spiega – e d’altronde, a parte il primo lockdown, le librerie sono sempre rimaste aperte e sono state tra le prime attività a riaprire. E forse in un momento come quello che stiamo vivendo c’è più tempo, più desiderio e più bisogno di leggere».
Per quando si potrà, Jacopo ha in mente di trasformare la sua libreria in un punto di ritrovo per gruppi di lettura, eventi, presentazioni di libri. «La cosa più bella – conclude – è quando un cliente ritorna, ringraziandoti per il libro consigliato. La relazione con le persone, l’ascolto, il dialogo, le chiacchierate sulla cultura e la letteratura, oltre che la possibilità, anzi, il dovere di leggere tanto: sono queste le cose più stimolanti di questo lavoro». Nonostante…
Francesca Bellemo