«La preghiera è la via per ottenere ciò che si fatica rimanendo sul piano del ragionamento, del dialogo e del confronto che sui temi della vita, purtroppo, non riesce a sbarazzarsi di ideologie e, talvolta, di volontà di prevaricazione».
Lo afferma il Patriarca nell’omelia pronunciata nel tardo pomeriggio di giovedì 25, nel corso della Messa celebrata nella cappella dell’ospedale dell’Angelo di Mestre.
Qui, dal 10 maggio scorso, una trentina di persone sta dando vita una volta alla settimana, proprio di giovedì (giorno in cui in ospedale abitualmente si svolgono gli aborti volontari), ad un’“adorazione eucaristica per la vita” che si svolge dalle ore 9 alle 18 circa con l’esposizione del SS. Sacramento e la preghiera silenziosa in cappella.
«Dobbiamo interrogarci, innanzitutto, su un punto», ha sottolineato mons. Moraglia: «Da dove inizia l’accoglienza della vita nascente? Talvolta, per escludere qualcuno, si ricorre ad artifici verbali non rispondenti alla realtà; penso a quelle espressioni che tendono ad insinuare a dire che la vita inizia non al momento del concepimento ma in una fase successiva, servendosi appunto di accorgimenti linguistici e, insomma, di parole. Dal momento in cui si accende la vita, la vita è presente e chiede, quindi, d’esser accolta, rispettata e amata con tenerezza senza “se” e senza “ma”».
Dal Patriarca l’invito ad «accompagnare con amore e verità quelle situazioni di fragilità che riguardano l’accoglienza della vita. Esorto, così, le comunità delle parrocchie e delle collaborazione parrocchiali ad essere vive e attive in questo cammino di accoglienza della vita nascente».