Per mille volte dalla matricola al camice. Dopo vent’anni e un migliaio di studenti seguiti, la dottoressa Ornella Bonso va in pensione. Lascia la guida di del Corso di laurea in infermieristica. “In questo ventennio l’idea dei giovani sulla professione infermieristica è cambiata: non è più un ripiego del percorso di medicina, è una prima scelta fedele”. Bonso è la storica coordinatrice del Corso di laurea gestito a Mestre, accanto al Dipartimento di prevenzione di piazzale Giustiniani, dall’Università di Padova e dall’Ulss 3 Serenissima.
“I ragazzi di oggi sono consapevoli del loro percorso da infermieri. Questo è diventato una prima scelta dopo il diploma, il più delle volte (a differenza di un tempo) liceale. Lo dimostra anche l’età delle nuove matricole, perché sono quasi tutti diciannovenni freschi di diploma. Senza dimenticare che il corso di laurea è già abilitante, quindi gli studenti, impegnandosi, si sentono padroni di una professione in tempi certi”.
Per vent’anni il suo è stato un ruolo cruciale. Non ha solo gestito la sede e le sue attività, da buona “preside”, ma è stata anche il collante tra teoria e pratica, tra banchi e tirocinio clinico. È stata osservatorio privilegiato di umori, paure e aspirazioni dei suoi studenti, come la volta, tra le tante, del primo compito a domicilio, a casa di un’anziana, affidato a un’allieva del corso: “La studentessa mi raccontava di essere rimasta negativamente colpita dalla badante della paziente, che spruzzava compulsivamente il deodorante nella stanza dell’anziana. Era come se con quel gesto la badante stesse rifiutando la persona di cui si stava prendendo cura. Questo andava contro la vocazione all’assistenza che la studentessa invece sentiva dentro di sé. Ed è proprio questa la sensibilità e la dedizione che troviamo spesso nei nostri studenti. Se non accetti che un anziano ti possa chiedere per quattro volte la stessa cosa, non puoi fare questo lavoro”.
Molti neo laureati degli ultimi due anni hanno prestato servizio nei reparti Covid, “con tutti i limiti e i pregi che solo uno sguardo giovane può dare – ricorda Bonso -. Hanno visto morire tante persone davanti ai loro occhi. Questa pandemia è stata e continua ad essere un banco di prova tanto importante quanto difficile”.