Saranno celebrati martedì 28 gennaio alle ore 11, nella chiesa parrocchiale di Maria Immacolata e San Vigilio a Zelarino i funerali del diacono Luigi Zambianchi.
Zambianchi, mancato mercoledì 22 a 78 anni, era stato ordinato diacono nel 1995. Le esequie saranno presiedute dal Patriarca Francesco.
Qui di seguito il ricordo di Zambianchi scritto da Luisa Rampazzo.
«Luigi Zambianchi, per tutti Gigi, nato nel 1946, sposo di Nicla e papà di Alessio e Michela, nonno di quattro splendidi nipoti, viene ordinato diacono nel 1995 dal Patriarca Marco. Gigi ha da sempre incarnato la figura del cristiano obbediente alla sua vocazione, derivata dal suo battesimo.
Uomo di una fede incrollabile, ha amato profondamente Gesù ed in Lui ha amato i fratelli, incarnando la Parola che dice: “Ogni cosa avrete fatto al più piccolo, la avrete fatta a me”. Gigi fin da giovane, operaio a Marghera, ha offerto il suo servizio impegnandosi nel sindacato, ed ha pazientemente tessuto rapporti, creato amicizie, donato il suo tempo. Stimato ed apprezzato da tantissimi colleghi.
Seguendo l’esempio di un caro amico ha risposto alla chiamata al servizio alla Chiesa come diacono permanente. Dal 1995 quindi era diacono per la Chiesa di Venezia servendo ancora di più la parrocchia di Zelarino con particolare attenzione alla carità, vissuta con Nicla in tutte le sue declinazioni. Questo servizio ha portato una connotazione particolare alla sua vita.
Gigi era sempre disponibile e accogliente con tutti coloro che si rivolgevano al suo ufficio/angolo, la Labor, che aveva creato con altri volontari in parrocchia. Chiunque poteva rivolgersi a lui e sempre trovava aiuto sia con parole di conforto che con gesti di vicinanza concreti. È stato un grande amico delle Missioni intessendo fin da giovane catechista un rapporto solido e profondo con i padri Saveriani a Zelarino, dei quali era un sostenitore e con i quali animava le giornate missionarie nella Casa Saveriana. La sua attenzione speciale per la liturgia lo ha visto impegnato a creare il gruppo dei ragazzi e ragazze a servizio (che lui amorevolmente chiamava “i miei ministranti”). Ha seguito questo gruppo con passione e dedizione finché la salute glielo ha permesso, insieme alla catechista Mariuccia.
Ma Gigi più di tutto era il diacono poeta, colui che ad ogni festa, ad ogni compleanno ti raggiungeva con un augurio che mai era banale o scontato ma cercava sempre di lasciare un pensiero che inevitabilmente andava dritto al suo Dio, dal quale si è sempre sentito profondamente amato.
Credo che il suo ricordo rimarrà scolpito nel cuore della nostra comunità, poiché lui era parte di Zelarino e la sua presenza, anche adesso negli ultimi tempi quando stava seduto in prima fila non potendo accostarsi all’altare durante le celebrazioni, era una certezza, un sentirsi “a casa”.
Gigi, sarà difficile entrare in Chiesa e cercarti con lo sguardo e non vederti e non scorgere il tuo sorriso, sarà difficile non sentire le tue telefonate, le tue raccomandazioni, il tuo sostegno che non hai mai fatto mancare a nessuno di noi.
Io ero la tua “bocia piccola”, mi hai sempre chiamata così, perché ti ero stata affidata come allieva catechista quando avevo 14 anni. Da allora mi hai sempre preso sotto la tua paterna protezione. Con questo breve aneddoto personale mi congedo da te Gigi diacono, sposo, padre, nonno, amico e campione di Carità».