«Le problematiche emergenti sul nostro territorio oggi sono due: gli ammalati, soprattutto anziani che hanno bisogno di cure e che non possono più stare in ospedale, e i giovani, una povertà nascosta ma consistente».
Lo segnala Stefano Enzo, direttore della Caritas diocesana di Venezia, intervenuto all’incontro-dibattito dal titolo “Migranti e italiani sulla stessa barca”: è il titolo dell’incontro-dibattito promosso dalla cooperativa sociale Gea, tenutosi giovedì 16 allo Spazio open Testolini di via Paganello a Mestre.
«I giovani, secondo l’ultimo rapporto Caritas – prosegue il diacono Enzo – sono i più penalizzati dalla povertà e dall’esclusione sociale: i figli stanno peggio dei genitori, i nipoti stanno peggio dei nonni. Il 70% degli utenti delle nostre strutture, mense e dormitori, è italiano non straniero».
Cibo e vestiario, ma anche pagamento delle bollette o dei canoni d’affitto, e domande di lavoro, domande di alloggio e di assistenza sanitaria: ecco le richieste più frequenti che arrivano ai centri d’ascolto della Caritas veneziana.
Cosa fare, allora, dinanzi a queste emergenze? «Innanzitutto – suggerisce il direttore della Caritas veneziana – ascoltare le persone, perché così si ridà loro dignità, le si accetta. Poi lavorare in rete con le istituzioni, per confrontarsi e scambiare dati e notizie. Infine ripartire dalle famiglie e dalla scuola, cioè ripartire dall’educazione». (C.S.)