Raccontare la fede, raccontare un’esperienza con il linguaggio moderno degli strumenti tecnologici. Si può fare? Provarci, perlomeno, si può. Lo hanno fatto nella Collaborazione “Papa Luciani” (Gazzera, Asseggiano, Santa Barbara) che, tramite il portale web aperto lo scorso anno www.collaborazionepapaluciani.it, ha imbastito una “diretta web” di quanto avviene nel Campo Estivo di San Vito di Cadore delle “Vacanze in Collaborazione”.
La sfida era rendere “visibile” e condivisa la bellezza di quanto avviene lassù: il cuore e il motore sono ovviamente l’amore e la fatica dei volonterosi animatori delle tre parrocchie e di un prete giovane e comunicativo come don Valentino Cagnin che costruiscono, ora per ora, le giornate di questa iniziativa, uno dei primi successi delle collaborazioni Pastorali fortemente volute dal Patriarca Moraglia tre anni fa e oggi concretizzate in realtà funzionanti come questa.
Il “pezzo” successivo, la sfida, era però quella di riuscire a rendere patrimonio di tutti sia la proposta in sé (farla conoscere perché chi ne viene attratto possa decidere se parteciparvi) sia condividere la bellezza dei contenuti, delle esperienze, delle riflessioni che ben difficilmente, da sole, uscirebbero dalle vette di San Vito o dai sorrisi di chi ritorna a casa, a vacanza finita. “Pensavamo sarebbe stato bello poterlo raccontare in modo più completo, aperto, facendo non solo vedere le immagini delle attività, i luoghi di raccoglimento e di preghiera, ma anche tenendo una sorta di.. diario interattivo, un racconto in diretta di tutto ciò che viene detto e fatto in queste giornate.
Nasce tutto un po’ per caso: un parrocchiano della collaborazione, Francesco Dal Corso, con trascorsi di giornalismo e competenze di web, dopo aver fatto la stessa cosa con sito e pagina Facebook di Santa Barbara, ha accolto l’invito della Collaborazione di allargare il tiro per aiutare a rendere efficace la comunicazione della Collaborazione e delle attività delle tre Parrocchie, proprio sfruttando le potenzialità dei mezzi moderni di comunicazione: pagine web e social network, impegnando parte del proprio tempo a raccogliere le informazioni, le immagini, i racconti e tramutandole in informazione e condivisione.
Facile? No. «Molti, anche nelle parrocchie – spiega Dal Corso – vedono ancora gli strumenti di comunicazione come il demonio da togliere dalle mani dei nostri figli: certamente lo facciamo quando si può, e infatti a San Vito nessuno di loro ha un cellulare o un tablet tra le mani. Ma a casa spesso non sappiamo, o sappiamo solo a spizzichi e bocconi il contenuto di queste giornate, la bellezza delle loro riflessioni e considerazioni. Con don Valentino ci siamo chiesti se tutto questo potesse essere un opportunità, la risposta è sotto gli occhi di tutti: il sito della Collaborazione in questi giorni è sotto… attacco di visite, anche da fuori delle parrocchie, e i racconti quotidiani (a volte anche più volte al giorno) testimoniano, con semplicità e poche pretese, quanta bellezza si nasconda dietro a ciascun gesto, sorriso, passeggiata, paesaggio». Praticamente, tutto in diretta.
“Il rischio era però che il linguaggio del racconto appesantisse questa bellezza e questa spontaneità, e quindi lo abbiamo pulito il più possibile rendendolo semplice, spontaneo e perfino divertente alla lettura. Ogni giorno, quindi, anche più volte al giorno, raccontiamo la giornata così: tante immagini e filmati che arrivano sui nostri computer grazie a mail, whatsapp, messenger. Poi don Valentino ci racconta – basta un semplice messaggio vocale di un paio di minuti – le cose che si stanno facendo, lo spirito con cui vengono vissute, le reazioni dei ragazzi e qualcuna delle riflessioni che ne sono uscite”. Una veloce scelta e “lavorazione” delle immagini e si mettono assieme i “pezzi”, assemblando il racconto e arricchendolo di documentazione: si approfondisce la lettera del Papa e appare il link per chi vuole capire di cosa si tratta, si va a vedere un posto e un altro link ci “accende” la sua scheda, si parla di “Alce rossa” e un altro link ancora ci spiega in cosa consiste questo gioco.
Come viene accolta questa nuova ‘modalità on line’ di vivere le esperienze? «All’esterno, benissimo. Si vedono le cose che facciamo, e per molti sono state delle scoperte. Ma non occorre fare la… rivoluzione. La fede – continua Dal Corso – rimane una cosa personale, un’adesione e un discernimento che non possono essere sostituiti, al massimo supportati con la conoscenza. Così come la frequentazione delle parrocchie, così come la spiritualità della liturgia, che rimangono inviolabili ma che in molti disertano perché il linguaggio e i valori del nostro tempo si sono allontanati dal nostro modo di parlare di fede. Se vogliamo parlare di apertura al nuovo, di ponti e di accoglienza, non dobbiamo avere timore di raccontare la bellezza di ciò che facciamo per timore che venga fraintesa. Dobbiamo preoccuparci di condividere, di far sapere le cose che facciamo, raccontando cosa avviene nelle nostre parrocchie, nei nostri Grest e nei nostri campi estivi. Così che si sappia quanta fatica e amore vengono spesi ogni giorno».
Il territorio della collaborazione, peraltro, è molto ampio ed eterogeneo ed è difficile far attecchire ed organizzare iniziative comuni: Gazzera e Santa Barbara sono realtà molto strutturate, in pieno contesto urbano con più possibilità, mentre Asseggiano si trova in un territorio più periferico meno densamente popolato e alle prese con la crescita improvvisa dell’urbanizzazione attorno a sè. Qui il compito della “Collaborazione” era ed è ancora più impegnativo, e anche far girare le informazioni non è semplice. Ma ci abbiamo voluto provare. Alle 9.21 arriva, a tutti, il messaggio di Rosanna: “Grazie per le emozioni che ci fate vivere, anche da lontano”. «Sì, forse ce l’abbiamo fatta. E questa è la nostra ricompensa più bella – conclude Francesco Dal Corso – il nostro modo per far avere a tutti la voce di Dio, raccontata nei sorrisi dei nostri ragazzi».