Ogni anno si dimostra un appuntamento fondamentale e, quando finisce, ti senti pieno di energia e ringrazi il Signore per la splendida giornata vissuta.
Stiamo parlando della Festa del Ciao, appuntamento che coinvolge tutti i gruppi Acr della nostra Diocesi, ma che quest’anno ha seguito un format un po’ diverso dal solito. Il racconto è quindi, stavolta, dal punto di vista dei gruppi di S. Giorgio Martire (Chirignago), Santa Barbara (Gazzera) e S. Pietro Apostolo (Trivignano) che si sono trovati assieme a festeggiare, ospitati nella parrocchia di Santa Lucia (Tarù, Zelarino), i cui ragazzi hanno voluto sperimentare la realtà dell’Azione Cattolica partecipando anche loro alla festa.
È stata una giornata intensa, quella di domenica 22 ottobre, scandita da diversi momenti. All’inizio un’accoglienza teatrale, nel vero senso della parola – perché un vero educatore di Ac sa anche trasformarsi in attore provetto all’occorrenza – la quale ha permesso di entrare nello spirito della festa.
Subito dopo si sono svolte delle attività di gruppo per ri-scoprire, attraverso il tema della fotografia, la realtà che ci circonda, nei suoi dettagli più piccoli, quelli che di solito tendiamo ad ignorare ma che invece dovremmo “fermare”, come si fa con uno scatto della macchinetta, nel nostro cuore. Ci si è poi riuniti in chiesa per la Messa celebrata da don Fabio Mattiuzzi, sempre attento a rendere ogni momento a misura di bambino; una Messa piena di gioia, senso di comunione e fraternità, consapevoli della presenza di Dio. Per la felicità di tutti, una volta terminata la Messa, è giunta l’ora del pranzo, anche questo all’insegna della condivisione (pizza, dolcetti al cocco, frutta… tutto molto apprezzato).
Tra giochi e cibo si è arrivati alla fine della giornata: «Quindi vogliamo concludere – scrivono alcuni partecipanti – descrivendo quello che, secondo noi, è stato il risultato più bello di questa festa. Trascinati da quei ragazzi che avevano già avuto l’occasione di conoscersi nei campi diocesani o in attività esterne all’Acr, tutti i gruppi parrocchiali sono riusciti a fondersi in un unico grande gruppo di amici e, anche per noi educatori, è stata un’occasione per farci sorprendere ed entusiasmare dai talenti e dall’energia di quei bambini che non conoscevamo, ma che dopo questa festa sono diventati anche loro parte del nostro gruppo».