Un’importante arteria malata, “incarcerata” e messa a rischio da una malformazione congenita delle prime coste della gabbia toracica: all’Angelo tre équipe specialistiche scoprono il problema, e intervengono insieme per via chirurgica, curando così il paziente da un aneurisma dell’arteria stessa e dai gravi rischi correlati.
“Abbiamo accolto in Ospedale – spiegano il dottor Vittorio Dorrucci, Primario di Chirurgia Vascolare, e il dottor Cristiano Breda, Primario della della Chirurgia Toracica – un paziente presentatosi con seri problemi al braccio sinistro. Tra i sintomi, allarmanti, erano presenti diversi fenomeni di microembolismo all’arto. Nel quadro delle indagini eseguite per individuare la causa del problema, è stata condotta una tomografia computerizzata spirale del collo e del torace con mezzo di contrasto, completata da ricostruzioni tridimensionali, che ha evidenziato la presenza di un aneurisma dell’arteria succlavia sinistra. Eravamo di fronte, quindi, ad una dilatazione patologica di questa arteria che porta il sangue al braccio, dilatazione potenzialmente grave e pericolosa, e causa delle manifestazioni cliniche del paziente”.
L’origine di questa problematica vascolare veniva individuata in una malformazione congenita complessa delle prime coste della gabbia toracica sinistra, che a loro volta avevano alterato il percorso normale dell’arteria succlavia, determinando nel tempo la grave dilatazione patologica del vaso sanguigno.
Considerata la particolare sede della patologia, visto anche il passaggio, in quella sede, di diverse e delicate altre strutture nervo-vascolari, per risolvere il problema è stato necessario pianificare un delicato intervento chirurgico con carattere multidisciplinare. “Si trattava di andare ad affrontare chirurgicamente – sottolinea il dottor Breda – sia l’aneurisma dell’arteria, sia la malformazione delle prime costole che avevamo individuato come causa dell’aneurisma”. La programmazione quindi dell’intervento ha richiesto la presenza di tre differenti équipe chirurgiche: una di chirurgia vascolare, condotta dal dottor Dorrucci, una di chirurgia toracica condotta dal dottor Breda, e una di neurochirurgia, nella persona del dottor Giorgio Stevanato.
La condivisione delle tre competenze specialistiche ha consentito di affrontare e risolvere il problema in maniera completa: il neurochirurgo ha infatti operato per isolare accuratamente e in sicurezza i nervi del plesso brachiale; il chirurgo toracico ha poi isolato il segmento di arteria succlavia malata asportando il suo tratto aneurismatico, consentendo così di rimuovere e rimodellare il tratto aberrante delle prime coste che determinavano l’alterato transito; successivamente il chirurgo vascolare ha potuto ricostruire mediante un by-pass di tipo protesico il tratto di arteria succlavia asportato, ripristinando il corretto flusso sanguigno al braccio.
Il tutto è stato eseguito, in più, senza la sezione della clavicola, che molte volte in casi come questo è necessaria. Il paziente è stato quindi dimesso dopo pochi giorni guarito dall’insidiosa patologia vascolare.
“Ancora un intervento complesso – sottolinea il Direttore Generale dell’Ulss 3 Serenissima Giuseppe Dal Ben – che è stato brillantemente gestito grazie alle specifiche competenze specialistiche presenti nell’Ospedale di Mestre. Questi casi non possono essere affrontati senza l’intervento di un team multidisciplinare specialistico dedicato, caratteristica ormai radicata come valore aggiunto all’Angelo, vero Ospedale HUB al servizio del territorio vasto”.