Un lungo intervento complesso, effettuato all’Angelo in contemporanea da tre équipe specialistiche, ha restituito una speranza di vita ad una giovane donna aggredita da una grave forma tumorale.
“Ci siamo trovati di fronte ad una paziente giunta da altro ospedale, colpita da una importante recidiva di tumore alla mammella”, spiega il Direttore della Breast Unit dell’Ulss 3 Serenissima, il dottor Guido Papaccio. “La nuova massa tumorale era tale – spiega – che il seno della paziente era gravemente invaso, e lo stesso tumore aveva già intaccato la parete esterna del torace, ormai sanguinante. Erano già stati attaccati dal male anche i tessuti circostanti e le ossa, in particolare lo sterno e le costole”. La paziente non rispondeva più in alcun modo alla chemioterapia, e versava in immediato pericolo di vita per le infezioni e le emorragie che la massa tumorale poteva provocare.
Il caso è stato studiato e rapidamente valutato dal gruppo multidisciplinare della Breast Unit dell’Ulss 3 Serenissima che escluso dopo gli esami di stadiazione la presenza di metastasi a distanza, ha dato indicazioni per un intervento immediato e congiunto, in cui hanno operato le equipe della Brest Unit, della Chirurgia toracica e della Chirurgia plastica.
Nel corso di un’unica seduta operatoria, durata più di cinque ore, i chirurghi oncologici della Breast Unit hanno per primi asportato la massa tumorale. Ha fatto seguito l’intervento degli specialisti di chirurgia toracica: “Abbiamo asportato – spiega il Primario Cristiano Breda – un’ampia porzione circostante, demolendo anche lo sterno e le costole aggredite dal tumore; queste porzioni scheletriche sono state poi ricostruite con un innesto protesico composito costituito da più materiali di sintesi, assemblato su misura al tavolo operatorio”.
All’intervento di asportazione, demolizione e ricostruzione dell’ampia porzione di torace della paziente, ha fatto seguito l’intervento del chirurgo plastico: “Siamo intervenuti – spiega il Primario Marco Lorenzini, che ha guidato la sua équipe operatoria – per ricostituire sul petto della paziente la protezione di epidermide; l’innesto di un lembo esterno, prelevato dalla schiena della paziente, ha una finalità estetica ma è stato realizzato soprattutto a garanzia e a protezione della parte interessata dal male prima, e dall’operazione chirurgica poi”.
“A sette giorni dalla complessa operazione la paziente è stata dimessa verso l’ospedale di provenienza. E’ risultata decisiva la capacita degli specialisti dell’Ulss 3 Serenissima – spiega il Direttore Generale Giuseppe Dal Ben – di affrontare insieme il caso. Questo è avvenuto sia nella presa in carico e nella valutazione, svolte dalla nostra Breast Unit, sia nella disponibilità delle diverse équipe per un intervento complesso. Una operazione chirurgica di questo livello poteva essere effettuato solo in un Ospedale in cui non solo risiedono particolari e diverse specialità, ma in cui la collaborazione al servizio del paziente è la parola d’ordine”.
L’intervento effettuato all’Angelo ha strappata la paziente da una situazione di gravissima compromissione e di immediato pericolo di vita; la giovane donna ora può contare su una nuova aspettativa di vita – le mere statistiche, misurate a due anni dall’operazione, confermano che le persone operate con successo hanno almeno il 50% di possibilità di sopravvivenza – che dipenderà evidentemente dall’eventualità o meno di recidive, ma che senza l’operazione chirurgica sarebbe stata uguale a zero.