Non è certamente un periodo facile quello che sta vivendo la marineria caorlotta.
Negli ultimi vent’anni il numero di imbarcazioni che compongono la sua flotta peschereccia si è sensibilmente ridotto: per quanto riguarda le sole imbarcazioni di più grandi dimensioni che praticano la pesca a strascico si è passati dalle circa 45 degli anni Duemila alla quindicina attuale (cui vanno aggiunte le imbarcazioni della cosiddetta piccola pesca e dei “vongolari”). Normative sempre più stringenti, costi di gestione elevati, difficoltà nel reperimento della manodopera, oltre che una pescosità del mare in diminuzione: sono tutti fattori che stanno condizionando il settore. Di recente, l’Unione Europea ha anche imposto l’utilizzo di reti da pesca con maglie di dimensioni più larghe, che poco si adattano alla cattura dei pesci di piccole dimensioni che dimorano nell’Alto Adriatico.
Dall’altra parte anche il cambiamento climatico sta arrecando notevoli problematiche al mondo della pesca, in particolare al settore delle vongole e dei molluschi. Le alte temperature estive, le acque anormalmente calde e la comparsa delle mucillagini, che ha ristagnato sulle zone di pesca, ha portato alla moria pressochè totale delle vongole: i banchi naturali sono stati distrutti, così come le aree di ripopolamento che i vongolari del Cogevo Veneziano (di cui fanno parte anche i pescatori di molluschi di Caorle) avevano faticosamente creato nel corso degli anni con un’attenta programmazione.
A Caorle sono circa una decina le imbarcazioni che praticano la pesca dei molluschi che, come tutto il comparto veneto del settore (110 imbarcazioni dal Tagliamento al Po), saranno costrette a rimanere in porto almeno altri 6 mesi non essendoci, al momento, le condizioni per poter operare in mare.
«La situazione è drammatica, peggiore persino della moria che si era verificata nel 2008 – spiega Gianni Stival, presidente del Cogevo Venezia e presidente dell’Organismo nazionale settore molluschi –. Gli effetti del cambiamento climatico stanno colpendo duramente i produttori e, a cascata, tutta la filiera del comparto, composto dalle cooperative di pesca, dai consorzi e dagli organismi dei produttori».
A Caorle è presente uno dei due stabilimenti di Op Bivalvia Veneto, nel quale circa il 70% delle imbarcazioni dei vongolari veneti conferivano i propri prodotti: con la moria, però, anche una solida struttura commerciale come questa rischia di affrontare un periodo di grande difficoltà.
(R.C.)