«Siate una comunità che si gioca in prima persona: metteteci la faccia». L’invito al protagonismo educativo viene rivolto dal Patriarca Francesco ai capi scout dell’Agesci, incontrati nella serata di sabato 13 gennaio nella sede del Reparto, a Jesolo Lido.
L’incontro chiude la seconda giornata di Visita pastorale, che mons. Moraglia conduce per Collaborazioni pastorali (e non più per singole parrocchie), partendo in questo caso da Jesolo Lido.
La presenza degli scout Agesci a Jesolo conta ormai su una lunga storia: la data di avvio – ricorda uno dei capi – è 14 gennaio 1983, ossia 35 anni fa. Il momento di massimo fulgore è stato registrato alla fine degli anni Ottanta, quando il reparto, divenuto troppo numeroso, dovette dividersi in due. Adesso, nel 2018, la comunità capi conta 16 iscritti, il branco 19, il reparto 22 e una quindicina sono nel clan. Il progetto educativo del gruppo è al centro della presentazione fatta al Patriarca e ai suoi collaboratori: «Risvegliamo la fantasia, diamo spazio alla creatività dei ragazzi» è il motto e l’obiettivo dell’attività.
Creatività e fantasia che devono fare tutt’uno con il rispetto delle regole a cui si aderisce, punto fondamentale della vita comunitaria e unica cura contro l’egoismo dilagante.
Al Patriarca il compito di fornire una lettura e alcune indicazioni di fondo: oggi un’associazione che fa una proposta educativa è profetica, ha rilevato mons. Moraglia. Così come profetica e basilare è un’educazione all’affettività e alla sessualità che si fondi sulla critica costruttiva dei modelli proposti dai media.
«Una società in crisi non genera – ha rimarcato il Patriarca – e di conseguenza non educa; allo stesso tempo chi non educa non genera». Uscire da questo circolo vizioso con un’azione educativa virtuosa è possibile. E l’Agesci, anche a Jesolo, può esserne protagonista.
(con la collaborazione e le foto di Mauro Montagner)