“Non avete ancora capito che non potete avere pensieri? Siete solo dei numeri! I numeri non pensano”. “Voglio essere Bianca, non un robot. Voglio uscire dalla massa e dagli schemi. Voglio essere io”. “Caro diario, se penso al futuro, vorrei essere felice. Lo sono! Ma vorrei continuare ad esserlo. E poi, libera! ho bisogno di essere libera. Ottenute queste due cose sarò Elena. Devo essere Elena perché solo essendo Elena posso fare qualsiasi cosa. Essere Elena è tutto!”.
Sono alcuni dei pensieri – recitati con gioia o rabbia, con dolcezza o cattiveria – che si sono intessuti con i pensieri del diario di Anna Frank. Li ha portati in scena “Theatro in jeans”, il gruppo di ragazzi di Federica Zagatti, con un la capacità interpretativa che ha preso l’anima, fino alla commozione. “Theater macht frei”, il teatro rende liberi, il titolo della performance andata in scena nella sala polifunzionale di Ca’ Savio.
Federica Zagatti, che ha curato la preparazione dei ragazzi e la regia, spiega così il senso delle loro scelte: “Sebbene il titolo alluda chiaramente al motto nazista posto all’ingresso dei campi di concentramento, non è uno spettacolo sulla Shoah. E’ una riflessione sulla libertà, che trae la sua ispirazione dal diario di Anna Frank e che recupera il valore del diario come mezzo espressivo e introspettivo. Le pagine dei diari di Anna si intrecciano con quelle dei diari dei ragazzi, annullando i confini temporali, in una sovrapposizione che regala un quadro universale sulla mente dell’adolescente, movimentata da ideali, valori, bisogni e paure”.
Federica Zagatti è riuscita a cucire e a cadenzare bene i testi scritti dai ragazzi nei loro diari con quelli di Anna Frank con una realizzazione scenica assolutamente essenziale e molto coinvolgente. I protagonisti assoluti erano i ragazzi con i loro pensieri.
Hanno raccontato paure e angosce ma anche sogni. “La verità è che guardo ancora le cose con la luce negli occhi, quella che gli adulti hanno perduto”. “Caro diario, sai che cosa ho scoperto? Una cosa che mi ha cambiato la visione del mondo. Ho scoperto che tutti sorridono nella stessa lingua!”. Pensieri di ragazzi di 14, 15, 16 anni che sono arrivati non solo alle persone adulte, ma anche ai loro amici coetanei presenti in sala.
“La vicinanza ideologica dei temi, e la capacità espressiva degli interpreti – ha commentato Riccardo, uno di loro – ha reso emozionante l’intera rappresentazione. La sensazione di affidamento di coloro che vivono le vicende raccontate al pubblico era amplificato dai monologhi, che hanno raccolto l’atmosfera nell’intimità di un colloquio a due. Non è stato solo il realismo delle circostanze a scuoterci: fondamentale è stata l’abilità di immedesimarsi nell’altro, scoprendone le più recondite paure e le insicurezze più lontane dalle apparenze”.
I giovani attori erano Matteo Castelli, Marco Chiaranda, Bianca Maxim, Sabrina Koka, Gloria Dominin, Loredana Martinazzi, Filippo Pizziol, Giulia Vianello, Olga Malysheva, Mattia Bonaldo.
Sono loro che, in sei mesi di percorso, hanno prodotto i testi. A collaborare con la Zagatti, Antonella Boscolo, presidente dell’associazione Perter Pan, Luisella Battagliarin, Giancarlo Gregolin e Renzo Rossi.
Roberta Nesto, sindaco di Cavallino-Treporti, a conclusione della performance, oltre ai complimenti, meritatissimi, agli attori ha espresso anche l’orgoglio della città per questo impegno nel teatro per il suo valore formativo di grande importanza. Del resto per Federica Zagatti “Il teatro è un mezzo espressivo ed introspettivo senza tempo, la cui potenza è quello di aprire le menti liberandole dai limiti della mediocrità: il teatro rende liberi”.
Giampaolo Rossi