Due le caratteristiche di Gesù che incontra le persone: il suo sguardo profondo, che accoglie e dà sempre speranza; il suo chiamare per nome le persone. Queste due caratteristiche possiamo farle nostre.
Sono i suggerimenti che don Danilo Barlese, parroco di Caorle, offre ai numerosi giovani raccoltisi la sera di venerdì 19 gennaio nella chiesa di Porto Santa Margherita.
L’occasione è la Scuola di preghiera per i vicariati di Jesolo-Cavallino-Treporti, Eraclea e Caorle.
«Gesù passa per tutte le situazioni – afferma don Danilo – e anche il nostro annuncio deve essere “universale”, senza preferire alcuni luoghi a scapito di altri. La preghiera deve essere un portare l’altro davanti al Signore, non un parlarsi addosso. Contemplare significa allora ascoltare il “tu” del Signore e il “tu” dell’altro».
Il tema dell’incontro è la vita pubblica di Gesù; le Scuole di preghiera, infatti, tematizzano la persona di Gesù, secondo il suggerimento del Patriarca; la volta scorsa, a Ponte Crepaldo, ci si è concentrati sul tema dell’Incarnazione.
Gesù agisce – prosegue don Barlese – per smascherare e fermare il male: «Come? Con l’amore. Come ha fatto Gesù, siamo chiamati a fare anche noi, in forza dello Spirito Santo e dei sacramenti». Perciò, aggiunge il parroco di Caorle, due sono i rischi drammatici: «Che siamo devoti in facciata, ma in realtà Gesù lo facciamo fuori. E poi che tiriamo Gesù per il guinzaglio, per portarlo noi dove vogliamo. No, il Signore ci domanda di seguirlo per portare agli altri il suo sguardo di speranza. Questo gesto di amore è un piccolo gesto di eternità».
Dopo l’intervento di don Danilo, sono seguiti l’esposizione del Santissimo e un tempo prolungato di adorazione, con alcuni canti, guidati da un coro di giovani. Dopo la benedizione eucaristica e la reposizione, il congedo per trasferirsi nel patronato, al buffet. Il prossimo appuntamento della Scuola di preghiera si terrà venerdì 15 febbraio, nella chiesa del Sacro Cuore al Lido di Jesolo.
(con la collaborazione di Giovanni Carnio)