Il 24 giugno si avvicina, giorno che per Jesolo, così come per altri Comuni della diocesi e d’Italia, diventa festa per la ricorrenza patronale di San Giovanni Battista. Un momento che nel litorale è ancora molto sentito da parte di quella gente che, attorno alla figura del santo, ha scelto di costruire una comunità.
A sottolineare l’importanza che San Giovanni Battista ha per la Chiesa è il parroco, mons. Gianni Fassina, che nelle pagine del notiziario “Magnificat” ricorda: «È il precursore di Gesù; lo attende, prepara la strada alla sua venuta, invitando la sua gente alla conversione per essere pronta ad accogliere Colui che stanno aspettando. Un esempio di testimonianza coraggiosa e coerente e di grande umiltà. Davanti a Gesù non rivendica nulla, non chiede ricompense, gratitudine o medaglie, come si direbbe oggi. Lo riconosce e si inginocchia». Il legame che unisce la comunità al suo patrono si manifesta anche nel modo in cui Jesolo, ormai da anni, vive le celebrazioni del 24 giugno. La festa rappresenta l’occasione per costruire momenti di crescita per la comunità e dar vita a nuovi legami. Di momenti significativi la località ne ha vissuti molti, rendendo partecipi della ricorrenza sacerdoti, vescovi e cardinali, italiani e stranieri, che avessero qualcosa da trasmettere alla gente di Jesolo.
Un’impostazione che si ripeterà anche quest’anno, con una declinazione particolare: la comunità ha deciso infatti di unire simbolicamente la figura di San Giovanni Battista a quella di San Francesco. Una scelta che si lega ad un rapporto di collaborazione nato tra la Città di Jesolo e il Sacro Convento d’Assisi nell’anno in cui, a Natale, ricorre l’ottavo centenario del primo presepio che, secondo la tradizione, fu realizzato proprio da San Francesco a Greccio.
Per l’occasione la comunità ospiterà fra Marco Moroni, custode del Sacro Convento di Assisi, e fra Giulio Cesareo, direttore dell’Ufficio comunicazione, ospiti d’onore della festa. Se il modo in cui questa collaborazione prenderà forma saranno illustrati il 24 giugno, il senso più profondo del legame ha a che fare con la vocazione all’accoglienza della località balneare.
Ad evidenziarlo è mons. Fassina: «Tra gli aspetti della vita di San Francesco che possono essere utili alla crescita della nostra comunità, c’è quello dell’accoglienza. Lui viene spesso rappresentato con le braccia allargate, come volesse abbracciare il mondo intero e, attraverso il Cantico delle Creature, questa accoglienza trova apoteosi nella bellezza e fecondità del Creato. Ma la sua disponibilità all’accoglienza si fa più stringente verso i poveri, i diseredati, i lebbrosi, i rifiutati dalla società e perciò relegati, nascosti, che esistono anche oggi. San Francesco ci invita ad accogliere».
Ecco allora che il prossimo 24 giugno le celebrazioni della festa del patrono saranno occasione per esprimere e riflettere proprio su questi aspetti delle vite dei due santi.
Pierpaolo Biral