Un patronato completamente ecompatibile. E’ quello della parrocchia di San Francesco di Ca’ Savio, che viene inaugurato giovedì 4 ottobre, alle 17.30, nel giorno in cui si festeggia il Patrono di Cavallino-Treporti, alla presenza del Patriarca Francesco Moraglia. Si tratta di un’opera attesa da anni, ancora da quando la parrocchia era guidata da don Guido Bucciol, che più volte ne aveva sollecitato la realizzazione, tracciando così un solco fondamentale per la sua concretizzazione.
Grande circa 500 metri quadrati, l’edificio situato accanto alla canonica è stato realizzato completamente ex novo dalla ditta Rubner Haus di Chienes (Bolzano) in poco meno di un anno. Con una particolarità fondamentale: la struttura è stata infatti realizzata completamente in legno. Questo ha permesso di abbattere i tempi di realizzazione (per un edificio in muratura di simili dimensioni sarebbero serviti quasi due anni), ma anche di costruire un edificio a basso impatto ambientale, completamente antisismico e in grado di abbattere notevolmente i costi delle varie utenze, che di conseguenza non appesantiranno il bilancio della parrocchia. Al suo interno sono state ricavate cinque aule, due delle quali nel soppalco, una sala polifunzionale destinata ad ospitare convegni e ogni tipo di attività legate alla vita parrocchiale, i bagni e una cucina.
«Questa struttura – commenta don Alessandro Panzanato – è pensata per offrire uno spazio a tutti i bambini, i ragazzi e gli adulti che partecipano alle attività della parrocchia, sia estive che invernali. A tutto questo aggiungo anche il Grest che in questa parrocchia dura cinque settimane e poi le attività del gruppo del dopo Cresima e tutte quelle attività che potranno nascere attraverso la collaborazione pastorale. Questa – prosegue il parroco – non era solo un’opera attesa da anni ma direi anche indispensabile: solo per le attività di catechesi abbiamo 250 ragazzi iscritti e prima di realizzare il patronato dovevamo concentrare tutto nel sottotetto della chiesa e in una stanza della canonica. Adesso c’è la possibilità di lavorare al meglio e in sicurezza, con la possibilità di far crescere ulteriormente le attività. La scelta di realizzare il patronato in legno è stata studiata: abbiamo sposato la peculiarità ambientale di questo territorio, con il vantaggio i tempi di realizzazione sono stati veloci: l’edificio è infatti giunto nel litorale come prefabbricato».
A livello economico la spesa è stata sostenuta per la metà dalla parrocchia mentre il resto è stato coperto con un contributo del Comune e con delle donazioni arrivate da alcuni privati, sia gestori di campeggi e di altre attività ma anche singoli parrocchiani. «C’è stato l’aiuto dei campeggi più importanti, di alcune attività commerciali e del Comune – aggiunge il parroco – ma ogni donazione ricevuta è importante e in questo senso vorrei sottolineare quelle dei parrocchiani: ci sono state delle persone che in alcune circostanze, per esempio in occasione del Natale, di comunioni o cresime hanno devoluto la somma destinata ai regali donando alla parrocchia ciò che potevano in quel momento. A tutto questo va aggiunto chi ha prestato la propria manodopera gratuitamente, come i ragazzi delle quinte superiori: si sono offerti di aiutare le ditte nei lavori di rifinitura in modo gratuito. Altri parrocchiani hanno fatto lo stesso, comprese alcune signore che hanno lavorato per ripulire l’edificio in tempo per il taglio di nastro». Altro particolare di notevole importanza: il patronato è stato dedicato alla memoria del Patriarca Marco Cè e per questo subito dopo l’ingresso verrà appeso un suo ritratto. «Questo perché il Patriarca Marco aveva un rapporto profondo con questo territorio, era quasi un cittadino onorario – conclude don Alessandro –. Anche dopo la sua pensione frequentava Cavallino-Treporti per gli esercizi spirituali. La sua era una presenza molto sentita dai parrocchiani».
Giuseppe Babbo