Jesolo al fianco delle persone colpite dalla guerra. La parrocchia di San Giovanni Battista ha inviato nei giorni scorsi una lettera al Comune di Jesolo chiedendo un sostegno nella gestione della raccolta dei beni di prima necessità da parte della Caritas, destinati a tutti coloro che in Ucraina stanno affrontando le tremende conseguenze del conflitto.
L’amministrazione si è immediatamente fatta carico della richiesta, riuscendo a dare una risposta concreta ai bisogni manifestati dall’ente caritatevole e dalla parrocchia individuando, grazie a Jesolo Patrimonio, un magazzino da concedere temporaneamente.
La società partecipata ha individuato un magazzino di circa 400 metri quadrati, interamente liberi. Uno spazio al quale è possibile accedere con autocarri e muletti, facilmente raggiungibile attraverso le principali arterie di collegamento. Qui, i volontari della Caritas potranno sistemare tutti i beni raccolti grazie alla generosità di singoli cittadini ma anche aziende del territorio che fin da subito hanno mostrato il loro grande cuore con diverse donazioni.
L’ente caritatevole sta raccogliendo generi di prima necessità, alimenti e medicine. Tutto il materiale raccolto e conservato nel magazzino sarà poi sempre qui imballato e caricato sui mezzi che partiranno verso i territori di guerra.
«Riceviamo ogni giorno numerose richieste di aiuto ma altrettante manifestazioni di disponibilità da parte dei nostri concittadini e delle imprese locali, pronti ad aiutare chi si trova in difficoltà in Ucraina o sta fuggendo dai territori di guerra, senza distinzioni di nazionalità – dichiara il vicesindaco della Città di Jesolo, Roberto Rugolotto – È bello vedere questa mobilitazione, spesso spontanea e silenziosa. Ma non avevo dubbi che Jesolo, ancora una volta, si sarebbe mostrata accogliente. Caritas, con i suoi volontari, è sempre in prima linea quando si tratta di aiutare chi è in difficoltà e noi abbiamo cercato di dare un sostegno concreto. Continueremo a farlo in tutti modi in cui ci sarà possibile fino al termine di questa emergenza umanitaria».