Carlo Acutis diceva di voler mettere le sue competenze digitali al servizio della fede. Questo suo proposito, così lineare, era di straordinaria acutezza. Ed è inoltre è una frase di grande attualità: è esattamente l’ambizione dei comunicatori cristiani di oggi. E infine è la sfida di fondo nel nostro tempo del web.
Perciò e su questi temi la parrocchia di Santa Maria Ausiliatrice di Jesolo Lido organizza un incontro: “Giovani, web e fede”, mercoledì 5 luglio, alle ore 21, in piazza Marconi. Converseranno Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, Giovanni Maria Vian, direttore dell’Osservatore Romano, e Sidi Perin, padrino di Cresima di Carlo Acutis. Sarà presente anche il Patriarca Francesco, che concluderà l’incontro.
Carlo Acutis è, in effetti, il motore dell’iniziativa. La sorgente è la sua testimonianza. Aveva solo 15 anni quando, nel 2006, è morto, per una leucemia dal decorso brevissimo – tre giorni – e terribile.
Milanese, da quando riceve la Prima Comunione, a 7 anni, non manca mai all’appuntamento quotidiano con la Messa. Cerca inoltre sempre, prima o dopo la celebrazione eucaristica, di sostare davanti al Tabernacolo per adorare il Signore presente nel Santissimo Sacramento. Alcune frasi di Carlo sono state raccolte e vale la pena di citarle: “La nostra meta deve essere l’infinito, non il finito. L’Infinito è la nostra Patria. Da sempre siamo attesi in Cielo”. Sua è la frase: “Tutti nascono come originali ma molti muoiono come fotocopie”. Per orientarsi verso questa meta e non “morire come fotocopie” Carlo diceva che la nostra Bussola deve essere la Parola di Dio, con cui dobbiamo confrontarci costantemente. Ma per una meta così alta servono mezzi specialissimi: i sacramenti e la preghiera. In particolare Carlo mette al centro della propria vita il Sacramento dell’Eucaristia che chiama “la mia autostrada per il Cielo”.
Carlo era dotatissimo per tutto ciò che è legato al mondo dell’informatica, tanto che sia i suoi amici che perfino adulti laureati in ingegneria informatica lo consideravano un genio. Gli interessi di Carlo spaziano dalla programmazione dei computer al montaggio dei film, dalla creazione dei siti web ai giornalini di cui faceva anche la redazione e l’impaginazione, fino ad arrivare al volontariato per i più bisognosi, con i bambini e con gli anziani.
Alla sua morte la diocesi di Milano ha avviato il processo verso la beatificazione del ragazzo, che già ora è stato dichiarato Servo di Dio. E traspare l’idea che, in caso di canonizzazione, Carlo Acutis potrebbe diventare patrono di internet.
Perciò il suo esempio e la sua testimonianza sono spunto fondamentale per riflettere, nella serata jesolana, su come usare bene gli strumenti di comunicazione messi a disposizione nel tempo del web.