Jesolo Sand Nativity chiude a poco meno di 110mila visitatori. In due mesi, dal 7 dicembre al 9 febbraio, il presepe di sabbia a Jesolo è stato ammirato da 107.810 visitatori.
Quella del 2019 è stata la quarta edizione più vista (su diciotto) nella storia del Sand Nativity. Il periodo di maggiore affluenza si conferma quello tra il Natale e l’Epifania. Nei sedici giorni, tra il 22 dicembre e il 6 gennaio, in piazza Marconi sono transitate oltre 63mila persone, con una media di quasi 4000 visitatori e un picco assoluto toccato il 26 dicembre, giorno di Santo Stefano con 7.138 ospiti.
Sono poi i fine settimana i momenti in cui il Sand Nativity accoglie più pubblico, con numeri compresi tra 1.000 e 3.000 persone. A certificare le cifre sono state anche le lunghe code di pubblico che si sono formate all’esterno della struttura in attesa di poter ammirare le sculture. Importante anche la presenza di gruppi e comitive, l’ultima proveniente da una parrocchia del veronese arrivata a Jesolo proprio ieri, nel giorno di chiusura del presepe.
Ancora qualche giorno servirà invece per avere il conteggio definitivo delle offerte lasciate dagli ospiti in questi due mesi che, come da tradizione, contribuiranno a sostenere otto progetti benefici in quattro paesi del mondo oltre all’Italia.
“Siamo davvero molto soddisfatti dei risultati raggiunti dal nostro presepe che quest’anno dal punto di vista tecnico della realizzazione delle opere ha davvero superato stupito. Tantissime persone, coppie, famiglie con bambini hanno scelto anche di sopportare il freddo per poter ammirare le nostre sculture e questa è forse una delle testimonianze più belle del valore e del fascino che questa iniziativa continua a riscuotere nel pubblico – commenta l’assessore al turismo della città di Jesolo, Flavia Pastò -. L’apprezzamento, le tante foto scattate e condivise anche sui social network e i commenti entusiasti ci spingono a riflettere su come rendere ancora migliore Jesolo Sand Nativity, con un salto di qualità. Nelle riflessioni che stiamo facendo resta imprescindibile tutelare l’aspetto culturale e il messaggio universale che queste opere trasmettono e che ne l’hanno reso l’evento che è oggi”.