Con questioni che li toccano così da vicino, la loro presenza al Centro Congressi Kursaal di Jesolo è garantita. Sono i genitori degli 0-18enni.
È per loro il cammino di autoformazione e crescita culturale tracciato dal progetto “Crescere Insieme”. Lo promuovono il Comune di Jesolo e il Centro di consulenza familiare del Litorale di Eraclea (che fa parte del Centro diocesano Santa Maria Mater Domini), assieme a più di una dozzina di enti.
«Occorre dare ascolto ai messaggi del corpo con cui ci parlano i bambini e i ragazzi durante l’infanzia e la fase adolescenziale», commenta la psicoterapeuta Alessandra Bombini del consultorio diocesano.
Sono due le fasce di età e sono evidentemente molto diverse. Per questo il target degli incontri è differenziato: 0-10 e 11-18 anni. «Cerchiamo di costruire un percorso per capire come si relazionano il corpo, le emozioni – il vissuto – e lo sport», spiega la dottoressa. Mondo dello sport, questo, segnato peraltro anche da scandali, per l’uso di sostanze dopanti.
Quali i disagi e le carenze più forti tra i bambini e i ragazzi rispetto al tema degli incontri? «Sono svariati. Per esempio, nell’età adolescenziale ci sono ragazzi che si sono allontanati dallo sport… non sono in armonia con il proprio corpo; spesso inclinano all’obesità. Sono diffusi poi diversi disturbi alimentari. Si tratta di recuperare un equilibrio tra un corpo che sta crescendo e i messaggi che vengono dall’esterno, come la spinta eccessiva alla competizione e all’agonismo. In particolare per i più piccoli, invece, un tema delicato riguarda il contatto fisico, sia nella relazione tra mamma e bambino che in quella con altri bambini. La recente pandemia ha infatti generato paura e distanza. Ora si tratta di riqualificare il corpo, recuperando il suo giusto valore».
C’è una disciplina sportiva più capace di altre di rieducare a un sano rapporto con il corpo proprio e altrui? «Tutti gli sport sono buoni nella misura in cui sanno mandare messaggi educativi e… “divertenti”: fino ai sedici anni lo sport dovrebbe essere soprattutto un gioco, per conoscere meglio il proprio fisico, socializzare e fare squadra».
Terminate le conferenze, partiranno i gruppi di approfondimento, in cui «si possono affrontare anche argomenti collaterali, partendo dalle aspettative dei partecipanti, per esplorare insieme temi specifici e “costruire risposte”».
Ogni gruppo sarà moderato da un “conduttore” col compito di aiutare le persone… a crescere insieme.
Giovanni Carnio