Ancora oggi molti ricordano bene i camion che andavano al Piave a prendere i sassi, le ruote dei trattori che si bucavano… È così che la chiesa di San Giovanni Bosco, voluta da don Bruno Trento, fu completata nel 1962.
«Tuttora Ponte Crepaldo vuol bene ai suoi preti: la comunità è ben radicata nel territorio», osserva il parroco don Massimiliano Callegari, qui da dieci anni. Anche se il tessuto sociale si sta trasformando: «Molte famiglie giovani arrivano e si inseriscono… bisogna intercettarle e accompagnarle. Lo zoccolo duro (i cognomi storici) comunque garantisce una bella coesione. Si vede ai funerali, per esempio. Purtroppo molte attività commerciali un po’ alla volta chiudono… Solo dieci anni fa avevamo tutto».
La visita pastorale… «È bello che cada in pieno tempo di Pasqua. Il Patriarca può aiutarci a ravvivare una fede a volte infiacchita dal fare… perché si è sempre fatto così. Dovremmo poi aprirci di più all’accoglienza. Nello spirito della collaborazione».
Quali i maggiori pregi di questa comunità? «La vitalità e la generosità della gente. Si dà da fare subito; in alcuni settori fanno da soli con responsabilità e competenza. Merito anche dei miei predecessori. Penso al comitato di gestione della scuola materna… O alla liturgia, curata grazie al coro, ai ministranti, ai ministri della comunione… E al gruppo lettori, puntuali e preparati. Negli anni è cresciuta una bella sensibilità, che include pulizia e decoro della chiesa. I malati ricevono la comunione ogni primo venerdì del mese (io la porto a Natale e Pasqua)».
Brave le catechiste: «Si mettono in gioco, anche rischiando». E bene il gruppo superiori: «20-30 ragazzi ogni mercoledì. Durante l’anno preparano anche alcuni appuntamenti straordinari, come la festa di Don Bosco…».
Quali le eventuali pecche? «In alcuni settori manca la capacità di rigenerarsi. Se un catechista dopo anni lascia, c’è il rischio del vuoto».
Com’è percepita la visita pastorale dai parrocchiani? «Agli incontri preparatori hanno partecipato le persone più sensibili e impegnate… Mi pare ci sia curiosità. Il Patriarca di recente è venuto in più occasioni: una cresima, una festa di don Bosco, il pellegrinaggio della statua della Madonna di Batnaya… Sabato 13, alla sera, dopo la Santa Messa incontra la nostra comunità. Poi la visita avrà il respiro più ampio della collaborazione. Come dire: impariamo a metterci assieme. Del resto chi è cristiano dovrebbe cercare la comunione». (G.C.)