Una festa riuscitissima. E la conferma che viene dai numeri: «Il pranzo, sotto il tendone del patronato di Eraclea, domenica scorsa ha raccolto infatti 372 prenotazioni».
Chiara è soddisfatta. La figlia Dafne, sei anni, ha appena vinto la sua battaglia: «È stato possibile individuare subito la terapia giusta per l’aiuto determinante della ricerca», afferma convinta; e ora la sua piccola diventa il simbolo della speranza di guarigione dalla leucemia.
Così lei ed Enrico hanno pensato di restituire, in un certo senso, quanto ricevuto, moltiplicando l’impegno a sostegno della lotta contro questa malattia, toccati anche dalla storia di altri bimbi ancora alle prese con il difficile combattimento: «Sentivamo di doverlo fare per Celeste e altri bambini meno fortunati di nostra figlia».
Si dicono felicissimi e grati per «tanta vicinanza, affetto e partecipazione… Fondamentali sono stati tutti i volontari in cucina e ai tavoli, e le nostre famiglie. Una ditta di bibite ci ha donato due fusti di birra, un’altra il dessert. Altri ancora hanno regalato oggetti o buoni – alla fine 140 – da mettere in palio per la lotteria. Molti, pur non partecipando al pranzo, ci hanno fatto pervenire ugualmente un’offerta. Alla fine, grazie anche a donazioni che sono arrivate subito dopo il pranzo, riusciamo a devolvere oltre 3.500 euro a testa all’Ail di Padova e a Team for Children», le due associazioni che in vario modo sostengono il reparto di onco-ematologia pediatrica dell’ospedale di Padova, dove Dafne è stata curata. E dato che alcune donazioni stanno ancora arrivando, è probabile che la somma totale possa crescere ancora.
A impreziosire la festa, domenica, ci hanno pensato Ilenia e Nené, intrattenendo con i loro spettacoli i bambini presenti: uno show con le bolle di sapone, l’accoglienza sui trampoli, «un sacco di giochi in legno messi a disposizione e un angolo di giocattoli morbidi e tappetoni per i più piccoli». Sono intervenute anche la presidente di Avis Eraclea, Flaviana De Nobili, per sensibilizzare alle donazioni di sangue (Dafne ha ricevuto diverse trasfusioni) e Aurora, che, persa la mamma a causa della leucemia, ha testimoniato invece la sua scelta di donare il midollo osseo.
Giovanni Carnio