Da Cornuda a Ponte Crepaldo: l’ultimo tratto di un viaggio cominciato in Iraq, nel villaggio di Batnaya (Piana di Ninive).
La statua della Madonna sta toccando molte chiese d’Italia. È un simbolo, perché nel luglio 2014 dagli uomini dell’Isis l’avevano decapitata e frantumata. Edifici e oggetti di culto cristiani spesso vengono profanati e sfregiati. Ma in questo caso i frammenti sono stati ricomposti da un restauratore italiano, a Giussano (Monza e Brianza). In modo da ridurre l’impressione scioccante, senza cancellare però i segni delle violenze anticristiane. Le offerte dei fedeli dove fa tappa la “Vergine ferita” serviranno a ricostruire un asilo, anch’esso seriamente danneggiato.
«Pur non avendo bocca (è sfigurata), la statua parla». Don Massimiliano Callegari, parroco della chiesa di Ponte Crepaldo, che la ospiterà fino alla Messa delle Ceneri del 2 marzo, non nasconde l’emozione per la presenza di questo segno. Né la sorpresa per come si è avverata un’idea nata quasi di getto: «Lo scorso agosto leggevo sul settimanale “Maria con te” la storia di questa Madonnina – riflette, sottolineando quanto sia importante avere buone fonti di informazione – che tra settembre e ottobre avrebbe dovuto fare tappa a Oderzo. Ho pensato dunque di organizzare un pellegrinaggio fino a lì, ma dalla parrocchia mi hanno fatto sapere che l’evento sarebbe stato posticipato, suggerendomi di sentire Maurizio Giammusso, referente per il Nord Italia della Fondazione Aiuto alla Chiesa che Soffre, che sta curando l’iniziativa e che tra l’altro sarà con noi domenica mattina. Dopo una settimana lo chiamo… ed eccoci qua: volevo portare le persone da Lei, ma alla fine è venuta Lei da noi».
Che significato ha questa “operazione”? «Dare un respiro veramente cattolico alla nostra Chiesa: qui non siamo perseguitati, ma in alcune terre i cristiani lo sono eccome. Vediamo come vivono altri nostri fratelli nel mondo. Inoltre, il cuore di chi crede non resterà indifferente. Il dono che possiamo ricevere può essere un aiuto per la nostra conversione».
La statua è arrivata lunedì scorso e sarà esposta da sabato 19 febbraio, alle 17.15. È in vetroresina, alta poco più di un metro. Poggerà su una colonna di circa 170 centimetri e sarà collocata nel presbiterio, vicino all’altare.
«I principali appuntamenti saranno la celebrazione eucaristica con il Patriarca, domenica 20 alle 10, preceduta da brevi cenni sulla storia della statua (9.30); mercoledì 23 alle 20.30 interverranno poi attraverso una testimonianza-catechesi don Giorgio Scatto e Cristina Santinon della comunità di Marango. E ancora, due “rosari speciali” alle 20.30, saranno guidati da “In Cammino con Maria” (venerdì 25) e dalle catechiste della collaborazione di Eraclea (lunedì 28). In chiesa, inoltre, allestiremo una mostra fotografica».
Poi il testimone passerà all’oratorio Don Bosco di San Donà.
Giovanni Carnio