Curare il “mare” ed i suoi “prodotti” come un agricoltore ha a cuore la terra e ciò che vi coltiva. E’ questo lo spirito che da anni ormai anima le numerose iniziative intraprese dal Co.Ge.Vo. di Venezia (Consorzio Gestione Vongole) per garantire il futuro del proprio comparto pesca.
Un settore che, solamente nell’ultimo decennio, si è visto costretto ad affrontare tre morie di vastissime proporzioni delle vongole di mare. L’ultima in ordine di tempo è quella che risale all’autunno del 2018: l’eccezionale ondata di maltempo che ha imperversato in Veneto, infatti, in quel periodo, ha portato i fiumi a scaricare in mare tonnellate di fanghi che hanno sommerso ed asfissiato i gustosi molluschi. Gli esperti incaricati dal Co.Ge.Vo. già nel novembre del 2018 avevano riferito che la moria aveva colpito quasi il 90 percento dei molluschi presenti negli areali di pesca posti lungo la costa veneziana e che molto si sarebbe dovuto fare per “salvare” le vongole.
Raccolta e semina. Tra le iniziative avviate in tal senso vi è sicuramente l’intensa campagna di “restocking” (raccolta e semina) di vongole di mare “pevarasse” che si stanno attualmente svolgendo e che termineranno con la fine di aprile. Una cinquantina di pescherecci di tutto il compartimento Veneziano, da Pellestrina, passando per Burano, Punta Sabbioni, Jesolo e Caorle, hanno catturato vongole dalle aree non interessate dalle morie per poi distribuirle nelle zone “desertificate”.
Da una prima stima elaborata dai biologi dell’Istituto di Ricerca Agriteco, che hanno sorvegliato le attività di restocking a bordo delle imbarcazioni, ogni giornata di lavoro comporta il trasferimento di circa 50 milioni di esemplari. Tra le aree soggette a ripopolazione vi è anche l’area di pesca biologica della Brussa di Caorle: il tratto di mare posto di fronte all’area naturalistica di Vallevecchia, non essendo in alcun modo urbanizzato, è l’unica zona dell’Alto Adriatico a soddisfare i requisiti che garantiscono ai molluschi ivi catturati il riconoscimento “bio”, ormai sempre più apprezzato dai consumatori italiani e stranieri.
Per primi verso la certificazione di sostenibilità. «Ringrazio l’ammiraglio della Capitaneria di Porto di Venezia Piero Pellizzari per averci concesso l’autorizzazione necessaria ad effettuare la raccolta e semina di vongole di mare – ha detto il presidente del Co.Ge.Vo. veneziano, Gianni Stival – Per noi pescatori è indispensabile riattivare il mare almeno due volte all’anno. Questo significa amare il proprio lavoro, gestire il mare, ma soprattutto pesca sostenibile secondo i parametri Msc».
Op Bivalvia Veneto, che rappresenta il “braccio operativo” dei due Co.Ge.Vo, di Venezia e Chioggia, ha infatti ottenuto lo scorso anno la certificazione “Msc”, Marine Stewardship Council per la pesca alle vongole. Si tratta della prima attività di pesca di tutto il Mediterraneo che è riuscita a soddisfare i rigidi parametri previsti per l’assegnazione della prestigiosa certificazione di sostenibilità, riconosciuta in tutto il mondo. (R.C.)