Martedì 22 ottobre le comunità di Ca’ Vio e Cavallino si sono ritrovate nella chiesa parrocchiale del Sacro Cuore per la cerimonia di benedizione e ricollocazione della statua lignea raffigurante la Madonna con Bambino benedicente.
Ha presieduto la celebrazione eucaristica mons. Gianmatteo Caputo, direttore dell’Ufficio per i Beni culturali ecclesiastici del Patriarcato (che ha curato il contatto tra le parti e l’organizzazione del restauro), assieme al parroco don Fabio Miotto e a don Alessandro Panzanato, della vicina parrocchia di S. Francesco di Ca’ Savio.
Al termine della Messa, dopo lo svelamento, la benedizione e la ricollocazione della statua sull’altare di destra dedicato alla Madonna, la restauratrice Silvia Covi ha illustrato le fasi salienti delle operazioni attuate. Poco si sa della statua giunta in parrocchia negli anni ’80, quando era parroco don Alico Sicilotto, salvo che si tratta di un’opera lignea probabilmente ottocentesca, proveniente da un antiquario non più attivo e che si presentava con la cromia originale molto compromessa. Una condizione che ha richiesto un immediato restauro che ha comportato l’intera ridipintura con una tempera acrilica policroma. L’opera era stata donata alla parrocchia dal ragionier Scarpa e da Romano Ballarin della Tenuta Agricola Cavallino.
L’intervento attuale, ha spiegato la restauratrice, è consistito in saggi stratigrafici con bisturi a secco, che hanno rivelato le cromie precedenti delle vesti blu e rosse di Maria e di quella bianca del Bambin Gesù. Poiché mettendo in luce lo strato originale si rischiava di trovare una situazione particolarmente degradata e lacunosa, la proposta di intervento si è limitata alla conservazione e al restauro della ridipintura posteriore, consistente nel manto bianco con veste rosa decorata a stelle e piccoli cerchi, drappo verde decorato con fogliame verde più scuro. Il bambino presenta invece un vestito azzurrino con stelle dorate.
Le varie fasi del restauro si sono articolate nella pulitura, per rimuovere la vernice ingiallita dal tempo e lo sporco superficiale, nel consolidamento con iniezioni di colla animale, nella stuccatura con gesso di Bologna e colla di coniglio su tutte le lacune, mancanze e fessurazioni. Infine il ritocco pittorico ad acquerello e con la tecnica del rigatino per le parti integrate hanno completato l’opera. La serata si è conclusa con un momento di festa in comunità.
Sandra Martin