Martedì prossimo a Venezia, presso la facoltà “San Pio X” accolta nel Seminario Patriarcale, sarà presentato un nuovo manuale di Teologia Morale: è appena venuta una nuova pubblicazione per i tipi di Marcianum Press. Si intitola “Bioetica teologica” e affronta temi di estrema attualità come lo statuto del concepito, la procreazione artificiale, la clonazione embrionale, la maternità surrogata, le diagnosi pre-impianto, la piaga dell’aborto, la sterilizzazione procreativa, il cambio di sesso. La presentazione si svolgerà martedì 8 aprile alle 10.30 nell’auditorium della facoltà (Dorsoduro 1, Palazzo del Seminario Patriarcale).
L’autore è Bruno Fabio Pighin, professore della Facoltà di diritto canonico “San Pio X” di Venezia, ma anche di bioetica nello Studio Teologico di Pordenone. Già membro del Comitato etico della regione Friuli Venezia Giulia, per la Santa Sede egli è stato tra gli otto redattori del nuovo diritto penale della Chiesa. Recentemente è stato nominato dal Papa “Consultore” del Dicastero per la Dottrina della Fede. Al suo attivo ha molte pubblicazioni scientifiche edite da Marcianum Press. Sulla sua nuova pubblicazione gli abbiamo posto alcune domande.
Professore, è stato Papa Francesco a suggerirle questa pubblicazione?
Il Papa ha dimostrato di gradire quest’opera che gli ho inviato. Ma il suo progetto risale a una ventina d’anni fa. Ho raccolto molta documentazione sui progressi biomedici e sugli sviluppi psicosociali e giuridici all’origine della vita umana, nella cura della salute delle malattie e sul fine-vita terreno, oggi nervo particolarmente scoperto. Poi ho fatto una sintesi sul terreno bioetico. Il Papa mi ha stimolato a portarla a termine. Infatti egli continua a invocare la fine dei sanguinosi conflitti bellici in corso. E ricorda pure altre “guerre” più subdole che causano milioni di vittime nel mondo. Assumono vari nomi: aborto e omicidio volontari, incidenti stradali e infortuni sul lavoro, eutanasia e suicidio, pena capitale ed eventi climatici disastrosi, favoriti da politiche dissennate.
La materia è accattivante. Evidenzia tante stragi attuali di vite umane
Gli orrendi massacri citati non possono essere coperti da indifferenza. Ma il volume si sviluppa in positivo, anche perché vuole entrare in dialogo con chi ha punti di vista diversi in materia bioetica, non dimenticando però il suo cardine: “il rispetto per la dignità assoluta di ogni persona”. Questo principio mette in luce le “vittorie” compiute sia nel prevenire i mali fisici sia nel curare le malattie più gravi. I progressi della biomedicina consentono di sostituire organi malati con il trapianto. La nuova era della genetica e quella delle cellule staminali aprono orizzonti di vita prima insperati. Tuttavia ogni conquista biomedica va incontro alla sicura sconfitta della morte. Questa oggi è diventata spesso un tabù nella nostra società. Però non va esorcizzata. Il paziente inguaribile in condizioni critiche non va lasciato solo. Va accompagnato con le “cure palliative”, senza renderlo bersaglio dell’accanimento terapeutico o esporlo all’eutanasia e al suicidio assistito, che sono una sconfitta per tutti.
Lei ha “scavato” in terreni di estrema importanza. Con quale risultato?
L’opera colma un vuoto perché riflette sull’intero arco della vita umana mettendo in dialogo le scienze biomediche con quelle giuridiche a livello italiano e internazionale, le risultanze sociali con le risonanze psicologiche. Questo ampio respiro è illuminato dalla fede cristiana che offre un enorme apporto. Credo che il volume sia un valido aiuto per medici, giuristi e psicologi, infermieri professionali, operatori pastorali e per chiunque è interessato alle questioni più scottanti sulla vita nell’orizzonte globale dell’intera famiglia umana.