La morte? È il passaggio decisivo nella vita di ogni uomo, un momento che sta innanzi ad ogni persona e domanda d’essere vissuto con dignità in modo responsabile e, se è vero che non va “drammatizzata”, non va neppure banalizzata riducendola ad una risata o qualcosa di simile.
Il morire chiama in causa il senso e il fine della vita e, quindi, i legami che l’hanno accompagnata e segnata nei giorni terreni. Tutto questo l’abbiamo toccato con mano nella recente pandemia e ricordiamo tutti la lunga teoria di mezzi militari carichi di bare che lasciavano la città di Bergamo. E poi, in modo diverso, nei giorni scorsi, quando alcuni atleti hanno voluto dedicare la medaglia olimpica, appena vinta, al nonno che da poco era morto e così raccontando e condividendo il dolore per una persona importante per loro e che era venuta a mancare.
La morte produce ferite e provoca dolori che si rimarginano solo in parte, con grande fatica, dopo anni. Guai, allora, a banalizzare la morte, magari per motivi economici. Se si parla della morte, se ne parli in modo consono e appropriato e piuttosto che parlarne in maniera impropria e inadeguata è meglio tacere.
La nostra è una società che tende a marginalizzare la morte e a nasconderla, talvolta estromettendo i familiari; la si riduce ad un passaggio tecnico, ad un fatto medico-scientifico, pensando così di eliminarne il travaglio dominandola. Invece la morte è un momento della vita e la si renderà più umana – pur rimanendo un fatto doloroso – rispettandola. Alla fine è anche questione di buon gusto!
Con modalità opposte, poi, la si banalizza mettendo in onda scene violente e di morte, perfino attraverso giochi per bambini o creando quello che si definisce “umorismo nero”.
La morte, infine, per i credenti – lo ricordiamo -, è passaggio alla Vita eterna. La fede cristiana lo annuncia con forza: l’uomo non può eliminare il dolore della morte, ma solo Dio che l’ha vinta risorgendo dai morti. L’uomo che muore in Dio vive per sempre!
Piuttosto che ridere sulla morte, aiutiamo gli uomini – quando sarà il loro momento – ad accettarla con dignità e responsabilità e a morire da uomini.