«Giuseppe Melchiorre Sarto è un figlio che oggi ritorna nella Chiesa di Treviso al cui fonte battesimale fu generato; vi ritorna con l’insegna più bella di cui un cristiano possa fregiarsi che non è l’esser stato Sommo Pontefice ma aver esercitato, in modo eroico, le virtù cristiane; Giuseppe Melchiorre Sarto – san Pio X – ritorna con l’insegna della santità».
Il Patriarca Francesco ha presieduto oggi la prima grande celebrazione solenne dell’Eucarestia in occasione della “peregrinatio corporis” del santo papa veneto Pio X. Nella giornata di ieri, 6 ottobre, le sacre spoglie del Pontefice avevano raggiunto la cattedrale della città di Treviso dove oggi si è svolta la Messa presieduta dal Patriarca, invitato dal vescovo Michele Tomasi che ha concelebrato insieme a lui. La diocesi di Treviso è la comunità cristiana da cui il Santo ha ricevuto la fede e il battesimo e nella quale ha vissuto i primi anni di ministero sacerdotale.
«Nato in questa terra – continuava il Patriarca Francesco nella sua omelia – in un paese che oggi porta il suo nome – Riese Pio X -, “ritorna” nella Chiesa ove visse fino all’età di quasi cinquant’anni, esercitandovi il ministero sacerdotale con grande zelo e tratto umile. Ed è proprio la Chiesa particolare che – nella comunione con la Chiesa universale –, nel battesimo, genera i suoi figli inserendoli come membra vive nel Cristo. Guardiamo a Pio X come ad uno di noi e non a un “superuomo”, un battezzato a cui il Signore ha usato una particolare misericordia».
Il Patriarca Francesco ha voluto commentare ed attualizzare la parole del motto di papa Sarto che sono tratte dalla Lettera di San Paolo agli Efesini: «Giuseppe Melchiorre Sarto individuò il centro unificatore della sua vita nel motto “Instaurare omnia in Christo”. Il motto episcopale – che ogni Vescovo assume all’inizio del suo ministero – non è retaggio del passato ma progetto di vita. Quel motto” fu realmente espressione del suo stile e il programma che l’accompagnò per i quasi 56 anni di vita sacerdotale – dall’ordinazione (18 settembre 1858) alla morte (20 agosto 1914), fino alla fine quando offrì la sua vita per scongiurare la guerra da lui indicata, con cadenza veneta, il “guerrone”».
Il Patriarca Francesco ha sottolineato anche gli aspetti riformatori e innovatori del pontificato di Pio X: «San Pio X fu un Papa “riformatore” e tale rimane, al di là delle differenti connotazioni con cui talora lo si dipinge rispetto alla “modernità”. Sì, alla fine, il termine “riformatore” risulta il più idoneo per comprenderne al meglio la figura. Quest’uomo – che non aveva titoli accademici – mise mano alla riforma della Curia Romana, che, per taluni aspetti, risentiva ancora dell’organizzazione legata al potere temporale. Portò avanti la riforma del diritto nella Chiesa, iniziando quel lavoro immane che porterà, sotto il successore, alla promulgazione del Codice di Diritto Canonico. Intravide una nuova modalità di presenza dei laici nella Chiesa, non si trattava ancora dell’impegno in politica ma a livello sociale e culturale, una presenza viva per rispondere alle esigenze dei lavoratori e secondo una logica di mutuo aiuto, nell’ottica del bene comune; insomma, una sorta di preparazione di quando sarebbero stati chiamati ad entrare, a pieno titolo, nell’agone politico».
I tempi di Pio X furono difficili e tragici: Francesco Moraglia ha compiuto nella sua omelia un parallelismo con le emergenze umanitarie del nostro tempo. Su questo il Giuseppe Sarto può donare, secondo il Patriarca, una testimonianza significativa perché «nei suoi tempi così difficili, svolse il ministero petrino e fu saldo riferimento per l’intera Chiesa. Egli mai volle essere altro se non un “pastore d’anime” – il parroco del mondo – nel senso più alto e nobile del termine e, in questo, diede il meglio di sé; la cultura, la filosofia, la teologia, la diplomazia ecclesiastica non erano suoi terreni d’elezione. Egli, in ogni stagione della vita (come prete, vescovo, cardinale, papa), ebbe a cuore la cura dei fedeli; dovunque fu mandato, sempre fu attento a tutelare e promuovere la fede della gente che era affidata alle sue cure».
Infine un auspicio per la peregrinatio corporis, inizata in questi giorni e che percorrerà le diocesi di Treviso, Padova e Venezia: «Questa peregrinatio sia per il nostro popolo un tempo di preghiera, di catechesi e di carità. L’intercessione di san Pio X consenta ai pastori e ai fedeli di vivere come il Signore vuole e così “ricondurre al Cristo, unico capo, tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra” (Ef 1,10)».
Marco Zane