Dignità dell’essere umano e senso della giustizia: questi i due temi centrali dell’intervento del Patriarca Francesco questa sera presso la chiesa della Madonna della Fraternità a Verona, dove si è tenuta la veglia di preghiera contro la tratta.
Si è svolta, infatti, questa sera a Verona, in occasione della Giornata Mondiale di Preghiera e Riflessione Contro la tratta di Persone, il corteo di sensibilizzazione che, partito alle 20.30 dal parcheggio di Via Torricelli, sta giungendo alla chiesa Madonna della Fraternità dove si è tenuta anche una veglia di preghiera.
All’evento – organizzato dalla Comunità Papa Giovanni XXIII in collaborazione con le Suore Canossiane e il Centro di pastorale adolescenti e giovani – si sono uniti il nostro Patriarca Francesco, il sindaco di Verona Damiano Tommasi oltre al vescovo Domenico Pompili e il vescovo di Adria e Rovigo Pierantonio Pavanello.
Lungo il percorso si sono tenute delle tappe in cui sono state proposte testimonianze di persone vittime di tratta.
La Giornata Mondiale contro la tratta è stata istituita da Papa Francesco in memoria di Santa Giuseppina Bakhita, sudanese di origine, sfruttata come schiava ma poi liberata e battezzata a Venezia presso il convento, tuttora esistente, in rio terà dei Catecumeni (accanto alla basilica della Salute) e diventata suora canossiana.
“La dignità umana – ha ricordato il Patriarca Francesco -, la dignità di ogni persona, è al centro di questa serata di riflessione e preghiera scandita dalle parole, sempre attuali, del profeta Michea che ci spingono a non rimanere fermi, a prendere coscienza, ad agire: “Uomo, ti è stato insegnato ciò che è buono e ciò che richiede il Signore da te: praticare la giustizia, amare la bontà, camminare umilmente con il tuo Dio” (Mc 6,8). Riconoscere e promuovere la dignità e la vita di ogni persona non è l’impulso di un momento ma lo stile di una vita ed è per questo che c’è bisogno di un’azione costante di educazione, ossia di imparare a vivere ogni giorno quel binomio inseparabile – Dio / uomo – che costituisce il movimento ellittico della vita cristiana”.
Più avanti il Patriarca cita don Milani: “Affermare la centralità della persona – cardine della vita cristiana – vuol dire tutto questo. Mettersi personalmente in gioco contro ogni forma di sfruttamento significa farsi carico della persona dell’altro; don Milani, di cui ricorre il centenario dalla nascita, diceva: “I care”. L’altra persona, l’altro popolo, andando oltre il nostro orizzonte sempre limitato; questo significa stabilire un ponte di cultura, solidarietà e vicinanza nel nome della comune umanità ma, per il cristiano, nel nome di Gesù Cristo”.
Marco Zane