Sono 65 le domande risultate coerenti con quello che è già stato definito il “piano per la casa dei figli”: il suo obiettivo è infatti quello di dare la possibilità a persone fisiche, residenti nel Comune di Venezia, proprietarie di lotti di terreno agricolo limitrofe ad aree edificate, in Terraferma, di poter costruire, per sé, un’abitazione.
La proposta di delibera del Consiglio comunale “Interventi puntuali a sostegno della residenza per le famiglie: variante n. 45 al Piano degli Interventi”, che ha avuto oggi il via libera della Giunta, è stata illustrata questo pomeriggio, alla Carbonifera, con una conferenza stampa a cui hanno preso parte l’assessore comunale all’Urbanistica, Massimiliano De Martin, la presidente della Commissione Urbanistica, Lorenza Lavini, il direttore del settore Sviluppo del territorio e città sostenibile del Comune di Venezia, Danilo Gerotto.
“Il Piano – ha spiegato De Martin – è nato per soddisfare le richieste che arrivano dal territorio: chi abita nel nostro Comune vuole continuare a farlo, e vuole che restino anche i suoi figli; inoltre spesso vogliono tornare anche coloro che, per vari motivi, hanno dovuto andarsene. Sono state 130 le richieste pervenute dopo la pubblicazione del relativo avviso pubblico, di cui esattamente la metà, ovvero 65, sono state prese in considerazione. L’obiettivo è quello di favorire la piccola residenzialità, non certo la speculazione, e nel contempo dare impulso al settore edilizio locale, in cui verranno immessi, una volta dovessero partire tutti i progetti presentati, circa 30 milioni di euro”.
Il piano prevede la realizzazione di edifici con un massimo di 800 metri cubi (circa 270 metri quadrati) che possono essere uni-bi-trifamigliari ed avere un massimo di due piani. Gli edifici, inoltre, non potranno essere venduti, una volta costruiti, prima di 5 anni.
Delle 65 domande risultate coerenti (nella foto d’apertura la loro distribuzione nel territorio) 30 riguardano la Municipalità di Chirignago Zelarino (15 Chirignago, 6 Zelarino, 5 Asseggiano, 4 Trivignano), 19 quella di Favaro (16 Favaro e 3 Campalto), 9 quella di Mestre (7 Mestre e 2 Carpenedo), 7 quella di Marghera (5 Marghera e 2 Ca’ Sabbioni).
“L’iter – ha sottolineato la presidente della Commissione Urbanistica Lavini – è comunque ancora complesso, visto che prevede, dopo le osservazioni della varie Municipalità, ben due passaggi in Consiglio comunale. Speriamo di poter dare il via libero definitivo entro la primavera del 2020. Da quel momento i 65 richiedenti dovranno presentare la domanda di edificabilità entro 6 mesi, e poi costruire l’edificio entro tre anni.”
“Queste nuove abitazioni – ha specificato De Martin – prevedono un ‘consumo’ di suolo di circa 5 ettari, che sono i primi utilizzati da questa Amministrazione nel suolo comunale: ricordo che, sulla base delle norme regionali, entro il 2050, possiamo arrivare ad utilizzarne 250.”