Il Consiglio di Amministrazione di Venezia Terminal Passeggeri ha varato un piano straordinario per la società che possa far fronte all’attuale congiuntura fortemente influenzata dalla pandemia COVID-19 in corso e alle ricadute economiche e sociali che pesano sull’intero settore del turismo e sul territorio.
Un piano straordinario che si basa su una stima di ricavi che a fine anno saranno prossimi allo zero e che conseguentemente prevede una forte riduzione dei costi ma mira alla massima tutela per i dipendenti della società per i quali non è previsto alcun licenziamento.
Il Consiglio di Amministrazione ha infatti deciso di attivare la cassa integrazione straordinaria per 9 settimane, come previsto dal DCPM “Cura Italia” e a seguire, sarà presentata richiesta di cassa integrazione ordinaria fino alla fine del 2020 e per un massimo di 12 mesi, con possibilità di rientro anticipato in un quadro quanto mai auspicabile di veloce ripresa dell’operatività.
Il Cda ha inoltre disposto che la mensilità di marzo venga pagata integralmente (indipendentemente dalla data di avvio della cassintegrazione) e che, per il periodo coperto dalla cassa integrazione, la società integri lo stipendio di ciascun dipendente fino all’80% del valore lordo visto che i massimali previsti avrebbero comportato una decurtazione significativa degli stipendi, che in molti casi sarebbero stati ben al di sotto del 50% del valore lordo.
Infine, VTP sta valutando di anticipare i pagamenti degli stipendi ad inizio di ciascun mese per sopperire ai tempi di pagamento più lunghi attualmente previsti dall’INPS.
Il terminal passeggeri di Venezia dovrà resterà aperto garantendo solo un servizio minimo per poter operare nel caso in cui una nave abbia necessità di ormeggiare in accordo con le Autorità nazionali e locali.