È stato presentato a Ca’ Farsetti il nuovo regolamento del commercio nel Centro storico di Venezia. Le misure, volte alla tutela e valorizzazione del patrimonio culturale di alcune aree del centro, sono contenute in una delibera illustrata dall’assessore al Commercio e alle Attività produttive, Sebastiano Costalonga. Un provvedimento che, una volta passato in Consiglio comunale e ottenuto l’accordo con Regione e Soprintendenza, potrebbe essere applicato in tempi rapidi, già prima della stagione estiva.
«Vogliamo cambiare faccia alla città per quanto riguarda il commercio – ha spiegato Costalonga – Il nostro obiettivo è contrastare la vendita di ‘paccottiglia’ e bloccare quelle attività che aprono e chiudono in continuazione, alimentando furbescamente l’evasione fiscale e facendo concorrenza sleale nei confronti di chi rispetta le regole. Bisogna invece tutelare gli artigiani e i commercianti veri, che portano avanti sapere, storia e tradizioni secolari della città».
I pilastri su cui si fonda il nuovo regolamento sono due: i flussi e gli immobili sottoposti a vincolo culturale. I locali presenti cioè nelle zone di passaggio pedonale più intenso, nell’intero sestiere di San Marco o con affaccio su palazzi vincolati, potranno aprire solo se faranno parte di determinate categorie merceologiche. Nel caso invece di quelle già esistenti, dovrà essere rispettato un adeguamento in termini di impatto estetico e visivo. Insomma, modalità di esposizione e vetrine andranno riviste nell’ottica della tutela dell’immagine e dell’identità storico-architettonica di Venezia. Misure tra l’altro già previste dalla delibera di Consiglio comunale risalente al 2019, destinata soltanto all’area marciana e realtina. E proprio questa passata delibera sarà oggetto di una proroga, in modo da rendere omogenei i tempi dell’una e dell’altra. Si svilupperà nella sua applicazione nell’arco temporale di tre anni, in modo tale da salvaguardare l’intero territorio.
Le attività consentite sono tutte quelle del settore alimentare, purché non si tratti di negozi di snack, patatine e bibite. Sì ai prodotti ortofrutticoli, nonché a macellerie, pescherie, attività artigianali di panificazione, pasticceria e gelateria. E ancora, librerie, gallerie d’arte e negozi d’antiquariato, arredamento e design, commercio e restauro di oggetti d’arte, articoli di numismatica e filatelia. Negozi specializzati che effettuino vendita esclusiva di prodotti quali: strumenti musicali e spartiti, tessuti, cartolerie, articoli sportivi, giocattoli, articoli medicali e ortopedici. Al contrario, non sarà consentito l’insediamento, anche per trasferimento, di quelle attività che non prevedono obbligatoriamente la presenza di un addetto, come tinto-lavanderia a gettone o locali attrezzati esclusivamente con apparecchi automatici per la vendita o somministrazione.
Il nuovo regolamento non ha precedenti in Italia, come ha sottolineato l’avvocato Giuseppe Roberto Chiaia, direttore dell’Area legale del Comune di Venezia: «È il primo caso nazionale di limite alle vendite rispetto al vincolo culturale di un immobile».